«Lottiamo per il futuro dei nostri bambini»

PIEVE DI CADORE. Un lungo corteo, partito dall’ex colonia Santa Maria sulla curva della Cavallera, con in testa i sindaci del Cadore e i gonfaloni, i primi cittadini dell’Agordino e i presidenti...

PIEVE DI CADORE. Un lungo corteo, partito dall’ex colonia Santa Maria sulla curva della Cavallera, con in testa i sindaci del Cadore e i gonfaloni, i primi cittadini dell’Agordino e i presidenti delle Comunità montane.

Ma a seguire tanta gente comune, bambini, giovani, famiglie e anziani. Molti si erano preparati degli striscioni. Non sono mancati canti che, prendendo a riferimento brani noti, ne hanno cambiato parole e ritornelli per mettere al centro il tema “montagna”. In tutti la consapevolezza che il luogo scelto per la manifestazione, il Ponte Cadore, è un simbolo: dell’unione tra montagna e pianura. Ma soprattutto, visti i tempi, delle disparità. «Siamo stufi di essere considerati cittadini di serie B», hanno sbottato Giuseppina De Silvestro, Ida Nardei e Antonella Ferroni, arrivate insieme a un folto gruppo di persone da Vigo e la frazione di Pelos. «Siamo qui per rivendicare i nostri diritti. Non è giusto essere penalizzati perché viviamo in montagna. Pensiamo a come il ridimensionamento dei servizi vada a influire sulla qualità di vita delle persone, soprattutto di chi ha una certa età».

Maurizio Bergamo, consigliere comunale di Pieve, era in compagnia di alcune famiglie con bambini a seguito. Anch’essi con gli striscioni. «Loro sono il nostro futuro ed è giusto lottare perché possano vivere in montagna». Una montagna che non può essere considerata un «parco giochi della pianura», come ribadito da monsignor Diego Soravia, arcidiacono del Cadore. «La manifestazione, prima di essere qualcosa per chi è chiuso nella “stanza dei bottoni”, è per la gente. Se riusciamo a credere che, pur essendo una minoranza, abbiamo un nostro valore, questa consapevolezza può aiutarci ad avere un futuro. Alimentiamo in noi la fierezza di vivere in montagna».

E i tanti cittadini presenti ieri alla manifestazione ne erano una dimostrazione. «Questa gente non si è mossa per venire a fare una passeggiata», ha sottolineato il presidente dell’Ascom Franco Debortoli, «ma perché sente i problemi ogni giorno sulla propria pelle. Io credo che gli amministratori debbano avere il coraggio di andare oltre il Patto di stabilità, altrimenti non se ne va fuori».

«Qui in montagna abbiamo la fortuna di avere un grande valore ambientale», ha fatto presente Gildo Trevisan, presidente Federalberghi. «Questo ci potrebbe permettere di affrontare il mercato con dignità. Purtroppo abbiamo una parte ancora marginale».

Difficoltà tante e disparità molte è stata anche la considerazione di Davide Zandonella Necca, Confcommercio Comelico, e di Silvano Pivirotto, coordinamento Polo Cadore. «La giornata di oggi», hanno evidenziato, «ha rappresentato un’attestazione di unità e di forza. Solo uniti si può giungere ai “punti di comando” e ottenere maggiore considerazione e voce in capitolo». (m.r.)

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