L’orso fa strage di pecore in Alpago

A San Martino di Chies uccisi due capi di Aurelio Barattin e un altro esemplare. Il plantigrado arriva dal vicino Friuli
Di Francesco Dal Mas
A San Martino di Chies d'alpago vengono ritrovate alcune pecore sbranate. si pensa all'orso
A San Martino di Chies d'alpago vengono ritrovate alcune pecore sbranate. si pensa all'orso

CHIES D’ALPAGO. L’orso, tanto evocato in questi giorni, grazie alle tracce lasciate in Cansiglio e specificatamente a Tambre, s’è fatto vivo, purtroppo. Si è palesato, nella forma peggiore, in località Piazze alle spalle della frazione di San Martino, in comune di Chies d’Alpago, a poche centinaia di metri dalle abitazioni.

Nella proprietà di Aurelio Barattin, piccolo allevatore di pecore (una dozzina circa), ne ha infatti uccise due, aggredendone una al costato e l’altra alla testa. Testa che è stata brutalmente scarnificata e dalla quale è stata succhiata una grande quantità di sangue. I due ovini si trovavano in un prato al confine della proprietà di Barazzin. L’episodio è avvenuto nella notte tra il 30 aprile ed il primo maggio. Ma ieri, completando una ricognizione, gli agenti della polizia provinciale hanno saputo che l’orso ha fatto un’altra vittime in zona. Una donna poi, Giovanna De Col, lamenta la scomparsa di un montone.

L’orso che ha ucciso le pecore a San Martin, secondo la polizia provinciale, potrebbe essere l’animale visto aggirarsi nei dintorni di Piancavallo, nel Pordenonese. Si tratta infatti di un animale slavo, arrivato dal Friuli attraversando il Cansiglio. Gli agenti ne hanno trovato le tracce alle malghe di Col Indes, in comune di Tambre, dove già l’anno scorso avevano trovato tracce di un esemplare di sei anni.

«Confermo che si tratta di un orso, come hanno accertato i miei collaboratori», spiega il dirigente della polizia provinciale Gianmaria Sommavilla, «non quindi di cani randagi, tantomeno di linci. Indagini, invece, sono in corso per le pecore ed i cervi aggrediti in Val Menera, dove potrebbe non aver agito un orso».

«L’ipotesi dell’orso bruno è la più accreditata», riferisce Paolo Casagrande, presidente del sindacato Anpa, «considerate le modalità dell’aggressione». A questo punto sale la preoccupazione, anzi l’allarme tra gli allevatori delle 3 mila pecore alpagote in valle. Franco Pianon ne ha 500 e proprio per quest’oggi aveva programmato di portarle al pascolo, fuori stalla, anche perché ha finito il fieno. «Non so cosa fare, probabilmente custodirò all’interno gli agnelli e le pecore più giovani, tutti gli altri capi li invierò comunque in giro, sperando che Dio me la mandi buona. Abbiamo già chiesto i recinti anti orso a Veneto Agricoltura». E la risposta dell’ente è stata immediata.

Già ieri nel tardo pomeriggio Pianon ha recuperato centinaia di metri di recinzione che protegge le mandrie dall’assalto dell’orso. Si tratta di una strumentazione innovativa, provvista di elettricità prodotta con piccoli impianti fotovoltaici, non pericolosa per l’uomo.

Tracce di orso erano state individuate nelle settimane scorse e fino a pochi giorni fa sia in Val Palantina che in Candaglia, sulle alture che danno protezione alla piana del Cansiglio. Da qui anche l’appello di fine aprile delle associazioni Mountain Wilderness, Ecoistituto e Cai perché nessuno osi dare la caccia all’orso o alla lince, ma che ci si attivi, piuttosto, per gli eventuali risarcimenti. Proprio ieri il Corpo forestale del Friuli Venezia Giulia ha dichiarato che la presenza dell'orso sulle nostre montagne deve essere vista come una risorsa e non con timore, purché siano rispettate le precauzioni e le cautele nei comportamenti da tenere nei confronti di questi plantigradi, come di altri animali selvatici. I forestali, in Friuli, hanno già provveduto a distribuire agli allevatori e ai detentori di animali da cortile della zona interessata dalla presenza del plantigrado 80 reti elettrificate per poterli proteggere dall'appetito dell'animale. L'orso è infatti un carnivoro, ma non è particolarmente pericoloso. Chi lo dovesse incontrare nelle valli dell’Alpago e in Cansiglio, tenga conto della sua natura selvatica.

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