Lorenzo De Candido premiato con l’Oscar del miele di acacia

SANTO STEFANO DI CADORE. Due gocce d’oro per Lorenzo De Candido, l’uomo che vive con le api. Domenica scorsa, infatti, l’apicoltore di S. Stefano di Cadore (classe 1975) ha ricevuto a Castel San Pietro Terme (Bologna), un importante riconoscimento per il suo miele di acacia, il premio Giulio Piana, al “Concorso per la selezione dei migliori Mieli di produzione nazionale”. «Si tratta», spiega De Candido «di una sorta di’Oscar del miele’, giunto alla 38ma edizione, ed essere stato premiato mi riempie di orgoglio e di soddisfazione e mi conferma che ho fatto bene a scegliere questa strada».
Lorenzo è uno studioso del miele, un perfezionista: del suo prodotto sa tutto e non manca mai di fornire ai clienti del suo negozio di via Udine n. 40 i particolari sulle proprietà benefiche di questo nettare. Ha iniziato questa attività nel 1999, la passione gliela ha trasmessa il nonno Onorio Iaccobelli di Spinoso Val d’Agri, in Basilicata, ed ora produce da 25 a 40 quintali di miele all’anno (in base alla stagione), di Melata d’abete, Rododendro, Lampone, Millefiori di alta montagna, Millefiori. Ed il suo miele va letteralmente a ruba.
Sposta i suoi alveari fra Le Ante (sopra S. Stefano), la forcella Dignas, che in Val Visdende conduce verso l’Austria, San Pietro di Cadore ed anche Arsiè sul Grappa. «Perché per fare miele buono bisogna scegliere accuratamente la zona dove far volare le api e soprattutto tenere sempre sott’occhio il calendario, per seguire passo passo covate, nascite, voli, impollinazioni, smielature». «Si parte a primavera dal Montello, nel bosco della Serenissima, con un nucleo, ovvero», spiega Lorenzo «una famigliola da 30.000 api con una regina, che ha svernato nel mio apiario, nella casetta realizzata a Le Ante, con una prima produzione di acacia e tarassaco. Raccolgo i primi nettari, che servono per sviluppare la covata e per far crescere la famiglia. Da metà maggio trasferisco tutti i miei alveari (ora ne ho 150) sul Monte Grappa, con una prima fioritura di acacia e il millefiori primaverile. A giugno vengo su a San Pietro, qui alle Ante ed alla Croda delle marmotte in Val di Dignas per il rododendro e il geranio selvatico. E poi abbiamo le melata di abete bianco».
Il premio che ha ricevuto prende in considerazione vari elementi di valutazione: l’analisi pollinica, l’analisi sensoriale (olfattiva, visiva e tattile), l’analisi organolettica. «Da passatempo ed attività quasi hobbystica (prima lavorava in una falegnameria, ndr) quest’anno ho deciso di fare solo l’apicoltore», conclude Lorenzo De Candido «ed anche questo riconoscimento, unito al gradimento dei clienti, mi aiuta a proseguire con maggiore fiducia sulla mia strada». —
Stefano Vietina.
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