L’omaggio di Limana a Falcone e Borsellino

LIMANA. «Da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino abbiamo molto da imparare: la lealtà verso se stessi, ai principi e ai valori della legalità, l'importanza di dignità e coraggio. Ma queste due figure ci insegnano anche che bisogna fare il proprio dovere costi quel che costi, ricercare il bene e il giusto e rigettare il male e la corruzione. Solo così, se facciamo nostra questa consapevolezza, Falcone e Borsellino vivranno per sempre». Milena De Zanet, sindaco di Limana, si è rivolta in primis ai giovani. Ma il messaggio suo e dell'amministrazione comunale ha voluto essere universale. E trova concretizzazione nei cartelli che si trovano all'imbocco delle due vie che sono state intitolate ai due magistrati vittime di mafia.

Due vie parallele - come lo sono state vite e battaglie di Falcone e Borsellino - nei pressi della scuola elementare. L'intitolazione è avvenuta già lo scorso anno, ma l'inaugurazione ufficiale si è svolta ieri mattina, alla presenza di diversi cittadini e degli alunni della scuola media. Una mattinata arrivata a conclusione di una tre giorni di eventi - le "Giornate contro le mafie" - organizzata da Comune, Biblioteca, Istituto comprensivo di Trichiana e Libera Belluno. «C'era la necessità di dare un nome a un paio di vie che ne erano sprovviste», ha spiegato il sindaco, «e abbiamo sentito il dovere di intitolarle a delle figure che si sono contraddistinte nel campo della legalità».
Sui cartelli stradali, oltre ai nomi dei due magistrati, anche un pannello con i loro volti. Sul retro alcune delle riflessioni più significative da loro pronunciate nel corso del loro impegno per la lotta alla mafia. La cerimonia è stata aperta e chiusa con il canto dell'inno di Mameli. La De Zanet ha ricordato le tappe fondamentali della vita di Falcone e Borsellino. Da quando, ancora adolescenti, giocavano a pallone per le vie di Palermo, anche con chi poi avrebbero trovato sul banco degli imputati, fino al "maxiprocesso" e al tragico epilogo: la strage di Capaci, il 23 maggio 1992, e quella di via D'Amelio, il 19 luglio dello stesso anno. «Il mio augurio è che a marzo di ogni anno Limana si impegni a ricordare chi ha lottato tutta la vita per la giustizia e le vittime innocenti», ha aggiunto il sindaco. «Il ricordo non dev’essere sterile, ma sollecitare l'impegno, soprattutto da parte dei giovani, a crescere sapendo che bisogna combattere l'illegalità: la mafia ha tanti volti».
Un impegno che i ragazzi limanesi hanno già fatto proprio: non a caso venerdì sera gli alunni della 3C della scuola media hanno presentato il loro "Progetto legalità #Noallamafia", «frutto di un lavoro iniziato a settembre», ha precisato l'insegnante Eliana Marchiò, che ha seguito i ragazzi insieme ai professori Chiara Sansone, Maria Chiara Nicolini, Pier Luigi Dell'Ali e Linda Gianchino. «Un progetto interdisciplinare che ha sviluppato il concetto di legalità attraverso letture, visione di film, figure (Martin Luther King, Nelson Mandela, Peppino Impastato) e parole di pace. Per educare alla legalità è stato necessario educare i ragazzi a essere cittadini, a scoprire le competenze e il "saper fare", i valori e i talenti».
Martina Reolon
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