L’officina dell’occhiale, dal vintage al nuovo

LONGARONE. L'officina dell'occhiale è aperta da qualche settimana, nel centro di Longarone. È uno speciale negozio, che recupera occhiali storici della tradizionale artigianale bellunese e longaronese. Grande attenzione al vintage, ovvero alle montature prodotte da almeno 25 anni e ormai fuori mercato, ma anche alla nuove tendenze.
«L'idea è nata quando ho chiesto a mio padre, l'ottico Gianfranco “Gianò” Da Col, un paio di vecchi occhiali, per indossare qualcosa di originale», spiega il giovane titolare Simone Da Col, «da lì si è aperto un mondo e una passione: quella di recuperare pezzi storici da collezione, sia girando le fiere specializzate che nelle vecchie botteghe, fabbriche e magazzini dismessi, in particolare nella zona del Cadore ma non solo. La prima collezione che abbiamo avuto è stata una donazione di un rappresentante in pensione, che ci ha fornito una valigetta con una serie di “Lozza” degli anni Settanta. Con mio padre abbiamo poi restaurato i vecchi pezzi, aggiustando i vari difetti, dovuti anche all'età e adattandoli con lenti e altre esigenze del cliente come vernici o altro. C'è poi l'attenzione alle mode contemporanee, come gli occhiali fatti con materiali speciali tipo legno o corno, che sono proposte oggi da alcuni produttori. Credo che siamo una delle poche botteghe di questo genere in Italia, probabilmente l'unica che sorge ed ha legami diretti nella terra dell'occhiale bellunese».
Grazie alle ricerche nel catalogo dell'Officina infatti sono emersi veri e propri pezzi da collezione, come gli occhiali delle Olimpiadi di Cortina del 1956 o la serie di Dior dedicata all'Iran e allo Scià di Persia negli anni Sessanta. Ma c'è anche una parte di storia longaronese con alcuni esemplari che sono stati prodotti dall'occhialeria Passudetti, una fabbrica attiva già prima del Vajont e che è sopravvissuta alla catastrofe, anche se ha chiuso i battenti poco dopo. (edc)
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