Lo Stato si scusa, riconosciute le responsabilità della Repubblica

Sergio Mattarella al cimitero delle Vittime di Fortogna. Deposta una corona, si è raccolto in silenzio fra le lapidi



Responsabile per quello che è accaduto e allo stesso tempo vittima delle scelte che hanno portato al disastro. Lo Stato si mette idealmente al fianco delle persone che hanno vissuto, sulla loro pelle, il disastro del Vajont. Nell’incontro con le associazioni dei Sopravvissuti e dei Superstiti, al cimitero delle Vittime a Fortogna, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto ciò che nessun Capo di Stato aveva mai fatto, a Longarone: ha riconosciuto le responsabilità della Repubblica, portando le scuse dello Stato e ponendosi al fianco di chi è sopravvissuto alla tragedia. Un messaggio importante, a quasi cinquantasei anni dal disastro che rappresenta ancora una ferita aperta per la comunità longaronese e bellunese nel suo complesso.

Il Presidente Mattarella in visita al Cimitero delle Vittime del Vajont a Fortogna di Longarone.
Il Presidente Mattarella in visita al Cimitero delle Vittime del Vajont a Fortogna di Longarone.


Comunità che ieri ha accolto il Presidente della Repubblica. Prima tappa a Fortogna, al cimitero monumentale delle Vittime. Sergio Mattarella è arrivato puntuale, in elicottero. Numerosi i cittadini che lo attendevano all’esterno del cimitero, alcuni avevano portato le bandiere tricolori. Accompagnato dal sindaco di Longarone e presidente della Provincia Roberto Padrin e dal presidente della Regione Luca Zaia, Mattarella è entrato nel cimitero accolto da un fragoroso applauso. All’ingresso c’erano gli studenti dell’istituto comprensivo, che hanno avuto un momento tutto per loro al termine della cerimonia. Poi le associazioni dei Superstiti e dei Sopravvissuti. Quindi le autorità civili, militari e religiose. Il clima di attesa era carico di emozione.

Foto Francesco Ammendola/Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse12-03-2019 Longarone - ItaliaPoliticaIl Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta una rappresentanza di una scuola media che ha realizzato un lavoro sull’evento calamitoso del Vajont.DISTRIBUTION FREE FO CHARGE - NOT FOR SALE
Foto Francesco Ammendola/Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse12-03-2019 Longarone - ItaliaPoliticaIl Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta una rappresentanza di una scuola media che ha realizzato un lavoro sull’evento calamitoso del Vajont.DISTRIBUTION FREE FO CHARGE - NOT FOR SALE


Mattarella ha deposto una corona di fiori, poi si è spostato in mezzo alle lapidi. Le ha osservate, in silenzio, ha alzato gli occhi per un attimo e si è raccolto qualche momento in silenziosa riflessione. Per quasi un minuto a Fortogna il tempo è sembrato fermarsi. Non un rumore, anche i respiri si sono fatti lenti, rarefatti, quasi ci fosse il timore di disturbare.

Tornato fra le autorità, il Capo dello Stato ha ascoltato l’intervento del Vescovo, Monsignor Marangoni, quindi si è diretto verso il Museo. Prima della visita, però, si è fermato di fronte ai rappresentanti delle associazioni dei Superstiti e dei Sopravvissuti. Nives Fontanella, di Cittadini della memoria, aveva affidato allo staff del Presidente una lettera con la quale chiedeva le scuse dello Stato per quanto accaduto nel 1963. Mattarella ha riconosciuto le responsabilità della Repubblica, portando di fatto le scuse dello Stato a quanti si sono salvati, ma portano sulla pelle, e nel cuore, il dolore di quella tragedia. Lo Stato, ha spiegato Mattarella, si sente responsabile ma anche vittima, delle scelte e dei comportamenti che hanno provocato il disastro.

Quindi il Capo dello Stato si è intrattenuto brevemente con gli studenti della scuola media Gonzaga di Longarone. I ragazzi avevano scritto una fiaba sul leccio che era sopravvissuto al Vajont e che è stato spezzato dall’alluvione del 29 ottobre 2018 e l’avevano inviata al Presidente. Questi aveva risposto, in febbraio, con una lettera di suo pugno, ringraziandoli. Ieri ha ricevuto dalle mani dei ragazzi una copia della fiaba. L’ha portata con sè durante la breve visita al museo.

Mattarella ha osservato le teche, accompagnato da Zaia, da Padrin e dai sindaci della memoria (rappresentanti dei Comuni di Longarone, Erto, Vajont e Ponte nelle Alpi). Prima di lasciare il cimitero, il Capo dello Stato ha lasciato il suo pensiero sul libro dei visitatori. Due righe in una calligrafia elegante, firmate. Un segno tangibile non solo della sua visita, ma anche della sua vicinanza alla comunità. —


 

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