L’ex officina Orzes torna a vivere

BELLUNO. Comincia a prendere forma l'attività per la valorizzazione dell’ex Officina Orzes, in via San Francesco, dopo la conclusione della fase di recupero del complesso, attuata grazie all'intervento dell'Unione montana bellunese.
A partire da luglio, infatti, alcuni gruppi organizzati hanno potuto visitare il sito e apprezzare quanto fatto per riportarlo all'antico splendore. I primi ad avere l'onore di accedere alla fucina sono stati numerosi soci del Ctg Belluno, che hanno ascoltato le spiegazioni fornite dall'architetto Mauro Stiz dell'Unione e da Silvano Serafini, alias Orso Grigio, approfondendo così la conoscenza della storia del sito e del funzionamento dei macchinari conservati.
Oltre a rimarcare le disagevoli condizioni di lavoro degli operai in mezzo al caldo, al rumore e al fumo, è stato ricordato come il momento conclusivo della giornata di lavoro consistesse in una “bicchierata” con il vino lasciato al fresco nelle acque dell'Ardo, dove magari poi ci si tuffava per un bagno rigeneratore. «Anche con il ricordo di questi momenti la fucina rivive ed è rivissuta nell'animo e nella mente dei visitatori», sottolineano dal Ctg. «L'auspicio è che ora possa diventare sempre più un elemento per approfondire e diffondere la conoscenza della nostra cultura».
La fucina costituisce infatti l'ultimo esempio dei numerosi opifici costruiti nei secoli lungo la roggia dell'Ardo che, con la sua forza motrice, azionava pale, magli, folli e seghe. Fu Orso Grigio a rivolgere alcuni anni fa un appello affinché non andasse perduta questa testimonianza dell'antica operosità del luogo. Un appello raccolto dall'Unione montana e concretizzatosi poi nel restauro dell'immobile. L'intervento è inoltre nato da un accordo stipulato nel 2014 fra l'Ater e l’Unione. Lo scopo dell’opera è stato di conservare il piano terra come museo, grazie alla presenza di antichi macchinari e attrezzature di laboratorio, e ricavare al piano primo, già adibito a residenza, due alloggi di edilizia residenziale pubblica, completati nel mese di giugno. L'accordo ha consentito all’ente montano di accedere ad un finanziamento europeo del Gal di 170 mila euro. L'importo complessivo del progetto di 418.380 euro, che comprende l'acquisto dell'immobile, è stato ripartito fra Ater (220.000 euro) e Unione montana (198.380).
Martina Reolon
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