L’epopea dei volontari alpini in una mostra

Santo Stefano, a Campolongo verrà inaugurata domenica l’esposizione permanente

SANTO STEFANO. Rivive a Campolongo l'epopea dei volontari alpini. Domenica verrà infatti inaugurata, nella sede della Magnifica Regola un'esposizione permanente loro dedicata.

«Furono giovani di grande valore», spiega l'ideatore dell'iniziativa, Guido Buzzo, «che nel corso della Grande guerra seppero dare prova di coraggio ed intraprendenza. Troppo giovani per essere arruolati nell'esercito regolare, si erano riuniti sotto il comando del capitano Celso Coletti ed erano particolarmente utili nelle operazioni belliche anche perché appoggiati dalla popolazione locale». Buona parte del materiale che troverà sede a Campolongo proviene dal rifugio Volontari Alpini, o della Merendera, che si trova lungo la Val Frison, sulla strada verso la Forcella Lavardet. Ora, in questa nuova sistemazione voluta dal gruppo Ana e dalla Magnifica Regola di Camnpolongo, saranno più facilmente accessibili agli appassionati ed anche ai turisti, che dimostrano di avere sempre grande interesse per le imprese belliche.

Nella mostra permanente dei volontari alpini Feltre Cadore trovano posto una gigantografia del reparto del Cadore, una della vecchia città di Feltre ed una con i nomi degli stessi volontari. Poi alcuni quadri, come la “Madonna del Piave e dei volontari alpini Feltre-Cadore”, dipinta da Virginio Andrea Doglioni (1896-1979) che fu volontario e poi presidente della stessa associazione. Nella sala ci sono inoltre tre ritratti realizzati da Renzo Pomarè Dock: uno raffigura Germano De Zolt (1897-1959), autore del libro "Da Abba Garima a Nikolajewka" (1958); a lui è intitolato il gruppo alpini di Campolongo, di cui è stato fondatore nel dopoguerra; poi come capo Regola ebbe un ruolo fondamentale nel dare impulso alla ricostruzione ed a lui si deve l'attuale assetto del paese grazie al rifabbrico.

Un secondo ritratto ricorda Fausto De Zolt (1888-1956), il tenente che ebbe l'intuizione di portare sulla Grande di Lavaredo un enorme faro, così da accecare gli austriaci nel corso di un'operazione militare rimasta leggendaria. In tempo di pace l'ingegnere De Zolt legò poi il suo nome alla costruzione del campanile di Candide ed a lui si deve il progetto originario del palazzo municipale di Santo Stefano, realizzato dall'architetto Alfarè. Il terzo ritratto è dedicato all'americano Steve Hall (1915-1945), capitano dei servizi segreti Usa, che teneva i contatti con i partigiani della Carnia, del Comelico ed anche con il podestà di S. Stefano di Cadore. Paracadutato nel 1944 nella zona di Casera Razzo, era lui a rapportarsi con i locali esponenti del Comitato di liberazione nazionale. E ieri pomeriggio due suoi nipoti si sono recati a Santo Stefano per conoscere il partigiano Gigetto Solagna, la guida che accompagnava il capitano americano, di notte, da Casera Razzo a Campolongo.

Stefano Vietina

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