Lenzuola annodate per tentare la fuga dal carcere

BELLUNO. Le lenzuola della cella non finivano in lavanderia. E un motivo c’era. Quattro detenuti stavano progettando un’evasione dal carcere di Baldenich, come si faceva ai vecchi tempi. Azioni da film in bianco e nero.
Ne avevano già annodate diverse, per confezionare una specie di corda lunga una ventina di metri e, in qualche maniera erano riusciti a fabbricare anche un gancio da assicurare al telaio del letto a castello. Sono stati smascherati dagli agenti di custodia, prima del tentativo. Non si capiva come mai in quella cella non amassero cambiare la biancheria e un sospetto stava cominciando a nascere, nella direzione della casa circondariale: vuoi vedere che sta per succedere qualcosa?
Un’ispezione aveva permesso di scoprire che quelle lenzuola sarebbero servite a un tentativo clamoroso di evasione. Sventato, probabilmente quando gli ideatori del piano stavano cominciando a pensare di avere qualche speranza di andarsene, peraltro in maniera così spettacolare. Gli imputati sono gli albanesi Florian Hoxha e Ibrahim Sokol Kuci; il sandonatese Luciano Vignotto e il libanese Abdllah Sami, difesi rispettivamente dagli avvocati Antonio Genovese di Torino, Gianluca Puglisi, Alessandro Borin di Venezia e Mariangela Sommacal.
Nell’udienza filtro di ieri mattina, l’unico a presentarsi in aula è stato Hoxha, scortato da un buon numero di agenti di custodia. È tuttora in carcere, naturalmente non per questa ipotesi di reato (ha precedenti per rissa e traffico di sostanze stupefacenti).
Il giudice Antonella Coniglio ha fissato il primo appuntamento del dibattimento per il 18 dicembre, a mezzogiorno. L’uomo parla un discreto italiano e ha chiesto espressamente di poter essere di nuovo presente, di conseguenza il giudice disporrà il trasporto, concordandolo con la direttrice del carcere.
Nel frattempo, il pubblico ministero Gianluca Tricoli e gli avvocati difensori hanno presentato le loro liste di testimoni, in vista delle prime scadenze processuali. (g.s.)
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