Lentiai, perseguitata dal capo prima di morire

LENTIAI. Tormentata da un uomo, prima di morire. Una persona che la 22enne di Lentiai Maicol Zanella conosceva molto bene, dal momento che era il suo datore di lavoro. La procura della Repubblica ha chiuso le indagini per atti persecutori nei confronti di R.C., un 51enne di Sedico, che opera ancora in Sinistra Piave e ha dei precedenti sempre per il reato di stalking. I carabinieri della Compagnia di Feltre sono arrivati a lui attraverso il computer e il telefonino cellulare, che avevano sequestrato nell’abitazione della giovane donna, che viveva in compagnia del suo cane dalmata ed era stata trovata senza vita nel gennaio dell’anno scorso.
Già all’inizio delle indagini i militari hanno capito che lei aveva cercato in tutte le maniere d’incastrare e liberarsi di quest’uomo molto più vecchio, che le dedicava attenzione sgradite, e sono riusciti a ricostruire tutta una serie di atteggiamenti, che erano cominciati nel novembre 2014 e sono andati avanti per più di un anno, provocando uno stato di ansia e di paura tale da temere per la propria incolumità e farle cambiare le abitudini di vita. Si parla non solo di messaggini e telefonate a qualsiasi ora del giorno e della notte, ma anche appostamenti e pedinamenti, che saranno meglio precisati nel capo d’imputazione scritto dal pubblico ministero titolare del fascicolo. Tutto questo può anche non aver influito sulla prematura scomparsa della ragazza per un’insufficienza cardiaca acuta, ma le ha senz’altro provocato un notevole stress: «E adesso vogliamo che sia fatta giustizia per nostra figlia», sottolineano i genitori Oscar e Tiziana, «Maicol aveva provato con tutte le proprie forze a liberarsi dalla morsa di quest’uomo che le stava addosso e non la lasciava in pace. Nessuno potrà restituircela, ma a questo punto dobbiamo dire di essere ancora più fieri di lei».
Maicol Zanella è stata ritrovata senza vita nel tardo pomeriggio di martedì 26 gennaio, sul letto del suo alloggio di Lentiai.Il decesso risale alla notte e la ragazza potrebbe non essersi mai alzata, visti gli indumenti che indossava quando i sanitari sono entrati nell’appartamento. I medici hanno subito escluso l’ipotesi di una morte violenta e la successiva autopsia chiarirà che si è trattato di un infarto provocato da una insufficienza localizzata nella parte destra del cuore. Cause naturali certificate anche dalla consulenza di un anatomopatologo in servizio all’ospedale di Padova.
Ma i suoi ultimi mesi di vita sono stati condizionati anche da questa persona, che doveva per forza vedere durante l’orario di lavoro ma che improvvisamente la seguiva o faceva in modo d’incontrarla. Quando non c’erano incontri, scattavano i messaggini o telefonate e su tutto questo la procura ha appena chiuso le indagini preliminari.
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