Lega consumatori: «Il malaffare continua»

FELTRE. Un processo simbolo andato gambe all’aria: doveva togliere definitivamente la coperta su un malaffare diffuso a livello nazionale, quello delle firme false sui contratti di telefonia per “dopare” i budget delle società, ma il rivolo sembra essere tornato a scorrere in un suolo carsico. E la maxi truffa continua, denuncia il direttore della Lega consumatori del Veneto Maurizio Marini: «Si sposta anche in altri settori. Oggi continuiamo a vedere le stesse cose nella telefonia, ma anche in altri settori come l’energia».
Marini lamenta pene insoddisfacenti: il direttore rappresenta la Lega, che al processo s’è costituito parte civile (con l’avvocato Daniele Tormen) per gli utenti truffati. Parte civile anche Telecom, separatamente.
«Questo processo avrebbe dovuto aprire un filone di inchieste di questo tipo in tutta Italia, invece si è chiuso così. Noi speravamo potesse bloccare un andazzo che si ripete e che oggi investe anche altri settori, come quello dei contratti per l’energia da un gestore all’altro», denuncia Marini senza mezze parole. «Stiamo parlando delle prove di firme false su duemila contratti di telefonia fissa e qualche migliaia di contratti di telefonia mobile: l’inchiesta doveva disinnescare questo meccanismo, ma dopo otto udienze di fase preliminare, di fatto il risultato è stato annacquato. Tredici imputati, uindici patteggiamenti e nessun euro restituito: ora chi paga?», chiede Marini che pensa ai consumatori coinvolti. Fra loro «anche utenti disabili, ai quali quando hai tolto internet, hai tolto tutto». «In otto udienze ci siamo trovati davanti addirittura a giudici che si sono contraddetti, perché all’inizio la pena proposta per il patteggiamento di De Bacco era stata considerata lieve rispetto al danno. E ora finisce così: noi non possiamo essere soddisfatti. Le indagini sono state fatte bene e hanno evidenziato tutto quel che non andava: a livello processuale poi è emerso che era una cosa normale falsificare i documenti. C’è una valanga di prove, ma questa giustizia non ha individuato un responsabile, tra l’altro l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa è stata fatta cadere. Fin qui quel che emerge, certo poi abbiamo il massimo rispetto per tutti, ma di fatto ci ritroviamo con neanche un euro risarcito». Se non le spese di costituzione di parte civile che il giudice ha accordato. Secondo Marini «era necessario dimostrare che lo Stato c’è a difesa della gente e dà un segnale perché truffe del genere non si ripetano. Ma così non è stato. Pensare che Dolomiti group dichiarò un bilancio di 5 milioni di euro: neanche uno risarcito».
«È chiaro che da quando è caduto il reato di associazione per delinquere, la vicenda si è ridimensionata», spiega l’avvocato Daniele Tormen. «Ora per i risarcimenti bisognerà fare causa civile. E finora, se ci eccettua un solo coinvolto, gli altri non hanno manifestato alcuna attività risarcitoria ». (cri.co.)
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