Le visite “segrete” di Wojtyla nel paese di Papa Luciani

Una giornata peggiore, per la visita a Canale d’Agordo il 26 agosto di 40 anni fa, San Giovanni Paolo II non poteva trovarla. Vento e pioggia. «E in cima alla Marmolada», ricorda Attilio Bressan, all’epoca capo del Soccorso alpino, «anche la bufera di neve». Eppure Wojtyla ritornò altre due volte, in incognito, al paese natale del suo predecessore, Albino Luciani. Come a dire – conferma Loris Serafini, direttore del Museo dedicato a Giovanni Paolo I – che questo paese gli rimase impresso.
Quindi per ben tre volte Wojtyla visitò Canale, e non è detto che nelle sue vacanze a Lorenzago non ci sia stato altre volte. Ad accompagnare Papa Wojtyla in queste sue visite, ha raccontato nei giorni scorsi il sito della santa sede Vatican news, il suo segretario particolare don Stanislaw Dziwisz, che da cardinale e arcivescovo di Cracovia ne ha parlato all’ex sindaco Rinaldo De Rocco.
Queste visite hanno portato san Giovanni Paolo II a casa Luciani, per incontrare il fratello di Albino, Edoardo, che ha confermato questi colloqui, in incognito, con un Papa vestito con una talare nera. In una di queste visite privatissime, Papa Wojtyla ha visitato anche la chiesa di San Giovanni Battista e incontrato il parroco, don Andrea Tison, che fu arciprete di Canale d’Agordo dal 1982 al 2000.
Oggi don Andrea ha più di 80 anni, ma ricorda ancora così quel giorno. «Giovanni Paolo II è passato a Canale un pomeriggio. È stata una visita lampo, proprio di pochi minuti. È andato in chiesa, e poi ha suonato il campanello della canonica. Sarà stato nel primo pomeriggio, verso le 14.30-15, non ricordo bene, e in piazza non c’era nessuno. Ha suonato il campanello, io sono sceso giù, lui è entrato, ha voluto vedere la sala di sotto e poi mi ha detto che non voleva disturbare, perché erano in tanti lì con lui, sette o otto sacerdoti, tutti vestiti di nero come lui, ed erano solo di passaggio. Ha salutato e poi se n’è andato. Un sacerdote che era con lui mi ha detto che era una cosa privata, e di non dire niente. Quindi io non ho mai detto niente a nessuno».
Queste ed altre curiosità saranno svelate martedì 13 agosto, quando alla Casa delle Regole, alle 17.30, verrà inaugurata la mostra dedicata alla visita di Papa Giovanni Paolo II a Canale d’Agordo il 26 agosto 1979. Per rivivere quella giornata, la Fondazione Papa Luciani propone una mostra su quello straordinario evento e sulle emozioni provate dagli abitanti di Canale d’Agordo e del Bellunese. La mostra resterà aperta tutti i giorni dalle 17 alle 19.
«Albino Luciani e Karol Wojtyla erano legati da una bella amicizia», racconta Serafini. Più volte il patriarca di Venezia Albino Luciani espresse la sua profonda stima e ammirazione nei confronti del giovane arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla.
Dopo l’improvvisa morte di Papa Luciani, il nuovo Papa Giovanni Paolo II decise di iniziare le sue visite pastorali dall’Italia, partendo proprio dal paese natale di papa Luciani, Canale d’Agordo, nel cuore delle Dolomiti bellunesi. Annunciò la sua visita con queste parole: «Lo faccio per un bisogno del cuore. Lo faccio anche per rendere omaggio al mio immediato predecessore dal quale ho ereditato il nome».
Giunto a Canale, il 26 agosto 1979 commentò così il suo viaggio: «Sono commosso di trovarmi qui. Ho sentito il dovere di venire fin qui. Queste montagne, dove egli è nato, mi ricordano anche le mie montagne native. E mi ricordano Jasna Gora (Chiaromonte), dove oggi viene solennemente celebrata la festa di Nostra Signora di Jasna Gora».
Fu salutato dal primo ministro Francesco Cossiga, che ringraziò il Sommo Pontefice, in qualità di Primate d’Italia, per l’impegno della Chiesa nella sua nazione. Durante l’omelia Papa Giovanni Paolo II ricordò «l’amatissimo e indimenticabile Papa Giovanni Paolo I», sottolineando che «tutti ne conserviamo in cuore la figura e il sorriso; tutti abbiamo scolpito nell’anima il ricordo degli insegnamenti, che egli moltiplicò con instancabile zelo e amabilissima arte pastorale nei brevi trentatré giorni del suo ministero universale».
Fu in quella circostanza che Wojtyla e Cossiga si accomodarono in casa Luciani, per una visita ai famigliari del Papa del sorriso. Le due poltrone in cui si sedettero si trovano ancora in quell’abitazione, che ogni giorno viene visitata da un centinaio di persone. A ricordare quell’evento, a Canale e a punta Rocca, ci sarà l’arcivescovo di Loreto mons. Fabio Dal Cin, originario di Vittorio Veneto. –
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