Le onoranze fanno muro: niente pubblicità sulle epigrafi

belluno
Fronte dell’epigrafe. E teatro il capoluogo, tra onoranze funebri è battaglia anche per un pezzetto di bacheca nel capoluogo.
Le imprese funebri Caduco, Caldart e De Dea-Gelisio, seppure mai citate dalla Donadel, non hanno timore di scendere allo scoperto e respingono al mittente le accuse che nei giorni scorsi ha lanciato la “concorrentissima” onoranza funebre Donadel sulla piazza di Belluno.
E rilanciano, tirando in ballo direttamente il Comune: «Serviamoci di manifesti funebri senza la pubblicità, il Comune di Belluno vari nuove disposizioni». Epigrafi, cioè, sulle quali non esporre più il logo della azienda che si occupa dei funerali di uno o dell’altro deceduto.
Un modo per rendere tutti uguali: secondo Caldart, Caduco e De Dea-Gelisio, basterebbe un numero di telefono o al massimo il codice QR. chiedono in sostanza di poter muoversi come in realtà è già possibile in altri comuni della provincia.
Non a caso, queste onoranze, stanno già lavorando con il Comune di Belluno per arrivare a una conclusione di questo tipo, alla pari di quanto effettuato a Limana dalla giunta di quel paese.
«Non siamo noi a creare questi problemi, magari è qualcun altro a non fare squadra sul territorio», denunciano neanche tanto sottovoce, rispedendo al mittente le accuse dei giorni scorsi.
«Per fornire una corretta informazione dei fatti, ricordiamo a questa impresa e a tutti coloro che ci leggono, che gli annunci non appartengono all’impresa funebre ma appartengono a persone sofferenti, che hanno subito un lutto e che necessitano di grande rispetto» spiegano le tre realtà funerarie del capoluogo. «Questa ditta opera a Belluno e in altri Comuni già da diversi anni, nel capoluogo addirittura con quattro uffici e tali affermazioni vengono fatte al solo scopo pubblicitario e di vittimismo».
Insomma, nessuno si prende la briga di coprire o, peggio, stracciare i manifestini funebri di Donadel dalle bacheche di Belluno: questo il succo del discorso di Caldart, Caduco e De Dea-Gelisio, che ricordano anche come «le bacheche comunali dovrebbero essere utilizzate per annunci funebri di persone residenti nel Comune, invece tale azienda sta riempiendo tutte le bacheche del Comune di Belluno con affissioni di epigrafi di pertinenza di altre località della provincia, a solo scopo pubblicitario, negando lo spazio necessario ai defunti residenti».
Per evitare questa prassi, in altri Comuni si è deciso di cambiare le cose: per esempio si è deciso di togliere le epigrafi entro due giorni dai funerali, anche per sgomberare le superfici, di solito non ampie.
A Pontenelle Alpi e Sedico, per esempio, paesi dove pure Donadel opera, hanno deliberato provvedimenti specifici, «quali l’indicazione scritta agli uffici municipali per giustificare l’affissione di epigrafi di non residenti nel Comune e la rimozione dell’annuncio entro due giorni dallo svolgimento dei funerali. spiegano le aziende «Nel Comune di Sedico, il logo di questa impresa nell’annuncio, superava in grandezza quello del nome del defunto, per cui il Comune ha deliberato per l’eliminazione del logo stesso definendo delle misura da rispettare per il nome dell’impresa».
Novità anche nel Comune di Limana, quello che viene preso più ad esempio: per evitare di usare gli annunci funebri come forma pubblicitaria, il consiglio comunale ha deliberato di eliminare qualsiasi indicazione dell’impresa operante, «facendo figurare esclusivamente il recapito telefonico numerico» spiegano «Confidiamo che l’amministrazione comunale di Belluno possa provvedere quanto prima a regolamentare questa prassi scorretta di pubblicità, con un consiglio di prendere spunto dal Comune di Limana, saremo inoltre grati se anche altre amministrazioni aderissero a queste delibere», auspicano le tre imprese funerarie. «Ricordiamo inoltre che un comportamento responsabile può portare anche a un vantaggio ambientale, dove noi tutti cittadini abbiamo il dovere di contribuire: “Save Paper. Save Trees. Save the World”» (salvare alberi e sprecare meno carta).
Epigrafi uniformi, dello stesso colore e senza marchi.
Insomma, un modo per rendere le persone uguali. Almeno (e finalmente) da morti. —
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