Le mani dei Meister anche su Col de Colauto

Allarme ambientalista dopo l’acquisto dell’ex Cristallo di Federavecchia: «Vogliono fare un villaggio turistico»

AURONZO

Gli ambientalisti auronzani lanciano un grido d’allarme attorno a quello che, stando a quanto denunciano, sta avvenendo nell’area verde di Col de Colauto, tra Auronzo e Misurina, a 1. 500 metri d’altezza, dove la famiglia altoatesina Meister di Merano, impegnata nel settore della ricettività turistica alberghiera di lusso, sembrerebbe abbia già acquistato da privati diverse decine di ettari di terreni. Un’operazione probabilmente collegata a quella già portata a termine un paio d’anni fa e riguardante l’acquisizione dell’ex hotel Cristallo di Federavecchia, anch’esso da proprietà privata, a poca distanza da Colauto.

«È giunto il momento di portare all’attenzione pubblica quanto sta avvenendo in quella zona», ha sottolineato Maria Rosa Larese Filon, portavoce di un malcontento crescente che chiama in causa alcune sigle ambientaliste a partire dall’associazione Peraltrestrade, «parecchie decine di ettari di terreno boschivo, situato in un’area vergine, sono passati in mano alla famiglia Meister che intende investire nella realizzazione di un villaggio turistico, denominato impropriamente albergo diffuso. Si parla infatti di una costruzione centrale con all’interno tutti quei servizi richiesti da una clientela di lusso e tutt’intorno una serie di casette, alcune costruite sugli alberi».

Un progetto che, a ben guardare le carte, non è nuovo per quella zona. Già negli anni Settanta infatti, l’area di Colauto era stata individuata per la realizzazione di un villaggio turistico dalle dimensioni monstre, capace di ospitare qualcosa come seimila posti letto. Di quel progetto alla fine non se ne fece più nulla.

«Dove non sono arrivati altri potrebbe arrivarci Meister», tuona la Larese Filon, che preannuncia l’interessamento alla vicenda di altre sigle ambientaliste compreso il Wwf, «nel frattempo l’Amministrazione di Auronzo tace ed anche questo non è un bene. Sarebbe infatti interessante sapere cosa ne pensano gli auronzani di questo progetto: cosa vedono nel prospettato villaggio turistico di Colauto, un’opportunità oppure un rischio?».

La vicenda di Auronzo inevitabilmente richiama alla mente quanto sta già avvenendo a Cortina, specificatamente nell’area di Col Tondo, dove sempre la famiglia Meister ha palesato l’intenzione di realizzare (progetto già presentato) un complesso turistico molto simile a quello di Col de Colauto contestato dagli ambientalisti.

«Eppure una buona parte di ampezzani si è già dichiarata contraria al progetto», incalza la Larese Filon, «mentre gli auronzani cosa faranno? Cosa ci porta a pensare di poter trasformare una parte consistente di territorio naturale in abitativo? Quanti di noi, mi chiedo, hanno la consapevolezza dell’unicità dell’ambiente dolomitico in cui viviamo, che sarà sempre più apprezzato e ricercato per la sua naturalità, tranquillità e bellezza tenuto conto delle crescenti criticità delle città, dell’esagerata urbanizzazione delle pianure e dei cambiamenti climatici?».

Domande per le quali, al momento, non esistono risposte. —



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi