«Le Gabelli tornino la scuola pensata e voluta da Pierina Boranga»

Il presidente Marco Rossato guarda al futuro dell’istituto e auspica un intervento anche nel giardino, «spazio educativo oggi inutilizzabile»

Belluno. «Le Gabelli tornino ad essere la scuola di Pierina Boranga». Di quel progetto, dei valori che trasmetteva, del percorso educativo e pedagogico che lei aveva promosso e sviluppato proprio alle Gabelli.

Con la chiusura della scuola nacque un movimento di cittadini che iniziò a sollecitare il recupero dell’edificio e dei valori educativi che in esso si coltivavano. Nel 2012 si costituì ufficialmente l’associazione Cittadini per il recupero della Gabelli, che da allora ha lavorato per spingere le istituzioni ad avviare un progetto che tenesse conto di quello che le Gabelli avevano rappresentato per la città e per il suo panorama educativo. È grande, dunque, la soddisfazione nel vedere consegnati i lavori per il restauro, che inizieranno concretamente il 4 novembre.

Ma con una precisazione: «Capisco i toni trionfalistici di questi giorni, perché il percorso non è stato semplice, ma questa è solo una tappa. Da qui alla riconsegna della scuola alla città ce ne vuole», evidenzia il presidente dell’associazione, Marco Rossato. Terminato l’intervento bisognerà fare i collaudi e pur non facendone «una questione di calendario», precisa Rossato, «è giusto sapere che il lavoro vero è ancora tutto da fare». La speranza è che non ci siano intoppi che rallentino il cantiere e la conclusione dei lavori.

E l’auspicio è che le Gabelli tornino ad essere «la scuola di Pierina Boranga, la nostra scuola cittadina, con 7-800 bambini che la frequentano. Una scuola in grado di fare innovazione, di finanziare ricerche, di essere un riferimento in ambito nazionale, e non solo, per i suoi percorsi pedagogici». Non bastano le due sezioni che attualmente sono presenti al Parco Città di Bologna. «Altrimenti diventerebbe una scuola di quartiere».

Secondo Rossato, infatti, «solo una scuola con numeri importanti, in termini di docenti e alunni, può diventare un riferimento. Cerchiamo di alzare il livello dell’educazione, con un progetto ambizioso e che abbia un respiro a lungo termine, anche concentrando l’offerta educativa della città solo in alcuni poli».

L’associazione intende confrontarsi ancora con il Comune per migliorare alcuni aspetti del progetto: «L’input che è stato dato ai progettisti, quello di trasformare la scuola in un plesso con nido e scuola materna, ha rimescolato le cose in un modo che non è così attento al valore degli spazi pensati da Pierina Boranga, il cui progetto educativo secondo noi è ancora attualissimo», continua Rossato. «Si pensi al giardino. Qui c’è il cuore delle Gabelli, quello era il palcoscenico, l’edificio erano le quinte. Ma negli anni si è trasformato in una sorta di giardino botanico, non utilizzabile dal punto di vista educativo se non previa ristrutturazione».

L’associazione auspica dunque che si intervenga anche sugli spazi aperti, e non solo sull’edificio: «Bisogna avere l’ambizione di fare qualcosa più del semplice compitino», conclude Marco Rossato. «Pensiamo sia indispensabile conservare l’integrità del progetto di Pierina Boranga, che vedeva nel giardino uno spazio educativo fondamentale per i bambini che frequentavano le Gabelli». —

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