Lavori in alveo, pescatori delusi

LAMON. Un’annata da dimenticare dal punto di vista dei lavori in alveo all’interno del bacino di pesca numero 11 “Cismon-Fiorello”.
A dirlo è il presidente Italo Todesco, che mette l’accento sullo svuotamento del piccolo lago di Ponte Serra da parte dell’Enel per la sostituzione della griglia di presa, in corso in questi giorni, ma anche sulle ripercussioni del cantiere aperto a Moline, che ha provocato l’abbassamento di 7-8 metri del lago Senaiga.
«Il danno è sia quello dello svaso del laghetto di Ponte Serra sia, soprattutto, quello dell’abbassamento del lago Senaiga per i lavori che già da tre mesi incombono sulla presa di Ponte Oltra», sottolinea Italo Todesco. «Come bacino di pesca abbiamo poca influenza come controparte rispetto all’Enel», aggiunge il presidente dei pescasportivi. «Sarebbe necessario un intervento da parte dell’assessore alla pesca o del presidente della Provincia che si facesse nostro portavoce per ottenere non dico un indennizzo faraonico, ma un riconoscimento, perché quando si eseguono interventi di questo tipo, un certo danno nell’alveo del torrente avviene».
L’attività che si sta svolgendo a Ponte Serra consiste nella sostituzione della griglia di presa e nell’installazione di uno sgrigliatore per il miglioramento della sicurezza del personale durante le operazioni di pulizia della griglia stessa.
Il bacino residuo formato dalla diga alimenta la centrale Enel Green Power di Pedesalto con una potenza installata di 1 Mw. Durante le lavorazioni si tiene il bacino vuoto e la portata del fiume Cismon defluisce dalla luce dello scarico di fondo della diga.
L’intervento iniziato lunedì è stato preventivato della durata di due settimane, ma è tutto legato alle condizioni atmosferiche, mentre la stagione di pesca finisce domenica.
In merito alla tutela della fauna ittica, Enel assicura di aver provveduto a garantire una portata minima nella roggia Ampezzan.
Da parte sua il bacino spiega di non aver fatto recupero, perché lo svaso è stato eseguito in modo graduale e il pesce ha avuto modo di spostarsi seguendo la corrente, o risalendola.
«Abbiamo controllato che non si creassero pozze dove il pesce rimanesse imprigionato e questo non è avvenuto», spiega il presidente Italo Todesco. «Per noi pescatori è chiaro che un danno alla fauna ittica c’è, unitamente alle ripercussioni ambientali dovute al fatto che in regime di torrente anziché lago, le sponde subiscono una modifica», aggiunge. «L’anno prossimo non si potrà certamente contare sulla quantità di pesce che c’era prima dei lavori».
In ogni caso, Enel fa sapere che tutte le operazioni sono state concordate con gli organi competenti e l’Arpav ha provveduto ad installare una stazione di misura dei parametri caratteristici che devono essere rispettati.
Raffaele Scottini
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