Lavori al ponte ed ex Comedil la minoranza sollecita risposte

L’opposizione contesta scarsa trasparenza all’amministrazione comunale Enrico Collarin: «Avevamo chiesto inutilmente un’assemblea pubblica»



La minoranza consiliare denuncia «la mancanza di rispetto e la scarsa trasparenza» del sindaco Paolo Vendramini, chiedendo chiarezza sui tempi dei lavori al ponte di Santa Caterina e sul nuovo assetto dell’area ex Comedil, acquistata quest’estate dalla società Emme Due immobiliare srl della famiglia Cestaro (fondatrice del gruppo Unicomm, a cui fanno capo i supermercati Famila).

«A fronte di interrogazioni e richieste formali presentate nei mesi scorsi», è la contestazione della minoranza, «non c’è stata alcuna riposta da parte del primo cittadino». Sul tavolo ci sono i disagi della popolazione e le ricadute sul tessuto commerciale che si stanno verificando per la chiusura del ponte di Santa Caterina ma anche l’ex Comedil.

«Per informare i portatori di interesse, fare delle proposte e mettere in essere iniziative utili», ricorda il capogruppo di opposizione Enrico Collarin, «avevamo richiesto che venisse effettuata un’assemblea pubblica nei locali della Pro loco, non per far polemica o per attaccare la maggioranza». Obiettivo dell’auspicato incontro: saperne di più anche sul futuro dell’ex Comedil, dove si prevedono tre stabili da 2.500 metri quadri ciascuno da adibire a quello che è definito “Parco commerciale”. Oltre a quest'ultimo sono previste diverse opere accessorie, tra cui la rotatoria vicino al Famila, marciapiedi, lo spartitraffico dal lato di viale Dolomiti, la piazza davanti alla biblioteca e la riqualificazione del primo piano di quest'ultima, parcheggi, area scambio gomma-rotaia nella parte retrostante l'ex Comedil.

La viabilità dovrebbe, con le nuove linee progettuali, essere rivoluzionata in senso positivo. La minoranza ritiene però che Ponte nelle Alpi rischi di diventare, con i nuovi insediamenti, «una periferia commerciale» e che le piccole attività commerciali che già «denunciano un significativo calo dei ricavi (dal 50 al 70 per cento) possano chiudere o siano costrette a licenziare del personale».

«L’amministrazione Vendramini», contesta intanto Collarin, «avrebbe potuto scrivere all’Agenzia delle entrate per giustificare la diminuzione degli incassi dei commercianti di Ponte provocati dalla chiusura del ponte».

Ma le contestazioni non finiscono qui. Il consigliere Angelo Levis ha ricordato ricorda che il 30 luglio scorso era stata protocollata «una richiesta per ottenere una stanza (per due ore di sabato mattina) nella quale la minoranza potesse incontrare la popolazione. La domanda è stata snobbata e non ci è stata data alcuna risposta».

«Il ruolo della minoranza», chiosa Enrico Collarin, «è molto difficile e le interrogazioni che presentiamo presentano problemi che ci sono prospettati dalla popolazione».

«La deriva che la maggioranza ha assunto in questo scorcio di consiliatura», sintetizza la minoranza, «non ci piace». —



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