L’albergo Centrale chiuso da otto anni sta perdendo i pezzi

BELLUNO. Hotel in pensione. A meno che qualcuno non si decida a comprarselo l’albergo Centrale, dopo otto anni di chiusura. Venti stanze da un paio di stelle, in fondo a via Loreto, che non hanno ancora trovato un nuovo proprietario, dopo la gestione di Romolo Fedon. Un artista, oltre che uno specialista dell’accoglienza, che ne aveva fatto anche una piccola galleria d’arte, con le sue creazioni. Una si vede ancora, dietro la porta a vetri dell’ingresso, molte altre sono all’interno del bar, al piano terra e anche nelle camere.
Le saracinesche di colore marrone sono sempre più imbrattate di scritte con la vernice spray, la tettoia comincia ad avere qualche ragnatela di troppo e a ricordare che quello era un albergo c’è soltanto l’insegna all’altezza del secondo piano. Quella sopra l’ingresso è stata rovinata, mentre il campanello è proprio sfondato. Visto da fuori, non è un bel biglietto da visita per la città, all’incrocio con via Matteotti e a poche centinaia di metri dal salotto di piazza dei Martiri.
«Ma dentro è perfetto», garantisce Fedon, «tutte le camere sono a posto e in questi anni ho sempre pagato tutte le tasse richieste. Gli interni sono a posto, chiaro che il colpo d’occhio dall’esterno non può essere la stessa cosa. Mi rendo conto del fatto che ci vorrebbe una bella rinfrescata».
Il pezzo forte del Centrale era il bar. Un locale con vetrina, che faceva angolo, accanto alla farmacia dell’Ospedale, sempre a proposito di locali chiusi a chiave. Qui l’unico ancora in vita e che gode anche di buona salute è la storica cartolibreria Massenz: «Il bar era davvero il mio orgoglio e so che era stato anche segnalato su alcune guide turistiche, come una delle cose da non perdere, a Belluno. C’era da bere, da mangiare e magari anche da apprezzare qualche opera nata dalla mia fantasia. Purtroppo sono ormai otto anni che è tutto chiuso».
Possibile che non ci sia stata alcuna offerta interessante, in tutto questo tempo? «Se ci fosse stata, non avrei avuto difficoltà ad accettarla e a cedere la struttura. Il problema è che mi sono pervenute soltanto delle proposte ridicole e non è che mi possa permettere di regalare un albergo. Oltre tutto, come dicevo, l’interno è in perfette condizioni e un valore c’è sicuramente».
Quello che ci si chiede è se l’eventuale interessato sarebbe obbligato a proseguire l’attività come albergatore oppure possa fare qualcosa di diverso: «Non ci sono vincoli e una volta perfezionato l’acquisto, uno può farci quello che meglio crede. Anche per questo, credo che possa essere una buona occasione».
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