La statua di Esculapio in magazzino da 40 anni

FELTRE. È in assoluto il reperto più importante trovato durante le campagne di scavi svolte davanti al Duomo, eppure giace dimenticata da quarant'anni nei magazzini della Soprintendenza di Padova che avrebbe dovuto provvedere al suo restauro o quantomeno deciderne la destinazione finale. Un pezzo prestigioso del patrimonio artistico della città di cui nessuno ha potuto godere. La grande statua di Esculapio affiorò il 14 agosto 1974 durante la campagna di scavi che la Soprintendenza aveva avviato affidandone di fatto la gestione all'architetto Ferruccio Franzoia, allora ispettore onorario. Fu proprio Franzoia, assieme a Michele Doriguzzi, a notare questo reperto che appariva di materiale diverso rispetto agli altri trovati fino ad allora. E una volta portata alla luce la statua di marmo bianco si mostrò in tutta la sua bellezza: altezza superiore ai due metri, mancante della testa, del braccio destro e di parte dei piedi, eppure esempio eccelso di simulacro più grande del vero, forse l'unico esistente.
Dopo il ritrovamento, la statua fu trasferita al museo civico dove rimase alcuni anni per poi essere trasportata nei magazzini della Soprintendenza di Padova dove giace da allora. Con la statua furono depositati circa duecento frammenti catalogati con dovizia, nonché quattro sacchetti di materiale residuale che potrebbe essere utilizzato per il restauro di quasi tutta la base e di parte della testa. Tra i frammenti repertati anche alcune parti del bastone impugnato con la mano destra da Esculapio attorno al quale si annodava un serpente. Un gioiello che arricchirebbe l'offerta artistica della città, ovunque fosse posto. Ogni collocazione darebbe prestigio al sito scelto: dalla stessa area archeologica sotto il Duomo, al museo Civico, oppure per una mostra dedicata, sulla scia di quanto il Comune sta facendo con l'esposizione nell'oratorio dell’Annunziata attiguo al Duomo della testa del satiro risalente al I secolo dopo Cristo. Un reperto certamente pregevole (rivalutato dopo un restauro più attento nel 2006) ma nemmeno comparabile per valore e importanza con il simulacro di Esculapio. Il suo pesante danneggiamento appare volontario, quasi fosse stato compiuto nel passaggio tra paganesimo e cristianesimo.
Ebbene, l'anno prossimo saranno quaran'anni che la statua è stata ritrovata e il tempo delle attese è scaduto. Il Comune si deve fare avanti e chiedere conto alla Soprintendenza cosa ha fatto della statua in un periodo così lungo. Si sono persi decenni di vacche più o meno grasse, durante i quali poteva essere progettato un restauro dell'opera. Ora probabilmente si dirà che i soldi non ci sono. Ma allora, piuttosto di lasciarla a Padova, in un magazzino chiuso, occultato e di fatto riseppellita, sarebbe il caso fosse restituita alla città per essere esposta da qualche parte, mostrata a cittadini e turisti. Ci sono dodici mesi di tempo per riportare a casa la statua di Esculapio così da celebrarne i quarant'anni dal ritrovamento. L'importante è non perdere altro tempo oppure quarant'anni sembrano pochi?
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