La Provincia di Belluno diffida il Comune di San Nicolò per la centralina sul Digon

In seguito a un sopralluogo Palazzo Piloni ha riscontrato  difformità rispetto  al deflusso minimo vitale stabilito dal disciplinare



La Provincia di Belluno diffida il comune di San Nicolò Comelico per la concessione di derivazione d’acqua a uso idroelettrico dal torrente Digon. In poche parole, Palazzo Piloni invita l’ente a rispettare il deflusso minimo vitale del torrente, prevedendo, se necessario, lo spegnimento della centralina elettrica e la conseguente sospensione del prelievo idrico.

Il provvedimento provinciale nasce in seguito a un sopralluogo del 3 dicembre scorso effettuato da personale del corpo di polizia provinciale in collaborazione con i tecnici dell’Arpav. Durante l’ispezione è stata riscontrata l’inadempienza delle condizioni della derivazione, stabilite dal disciplinare di concessione al prelievo risalente al 2005. Disciplinare che stabilisce l’obbligo di garanzia del deflusso minimo vitale non inferiore a 399 litri al secondo.

Dopo la diffida, il Comune di San Nicolò dovrà provvedere «all’esatta osservanza delle condizioni essenziali della concessione per la derivazione dell’acqua pubblica del torrente Digon, garantendo le portate stabilite», si legge nella determinazione emanata dal settore acque e ambiente di palazzo Piloni.

I fatti

Il 3 dicembre 2018 nel corso di un sopralluogo effettuato dalla polizia provinciale insieme con l’Arpav all’impianto idroelettrico sul Digon, in comune di San Nicolò, è risultato che «la canaletta dove scorre il deflusso minimo vitale e l’area a monte della canaletta stessa erano state liberate dai detriti rilevati in un precedente sopralluogo a novembre. I tecnici di Arpav hanno quindi misurato le portate rilasciate dalla centralina in oggetto, rilevando un rilascio di 295 litri al secondo, inferiori alla portata prevista dal disciplinare di concessione n. 2444, che prevede un valore minimo di 399 litri al secondo».

Palazzo Piloni ha quindi comunicato al Comune che, stando così le cose, avrebbe avviato la procedura di diffida, invitando l’ente a presentare eventuali memorie scritte. Il Comune ha risposto che, a causa della tempesta Vaia, c’era stato l’accumulo di molti detriti sul corso d’acqua e ciò aveva modificato «la conformazione dell’alveo a monte dell’opera di presa». I lavori di messa in sicurezza erano partiti solo pochi giorni prima dell’ispezione e ciò aveva causato una diminuzione del deflusso minimo vitale del torrente. «La situazione», dicono dal Comune, «era migliorata già nel pomeriggio».

Nonostante questa giustificazione, la Provincia ha contestato al Comune di non aver disattivato l’impianto per un periodo di tempo necessario a garantire le condizioni di gestione conformi alla norma. Perquesto motivo è stata fatta la diffida. —


 

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