La pioggia continua favorisce le zecche, già quattro casi di meningoencefalite

San Martino punto di riferimento regionale sul parassita. Negli ultimi dieci anni anche settecento malati di Lyme
Paola Dall’anese

Sono già quattro i casi di Tbe o encefalite da morso di zecca registrati in provincia di Belluno dall’inizio del 2023. Per fortuna nessuno con esiti gravi. Ma la stagione turistica estiva, fatta di passeggiate ed escursioni tra boschi e prati, deve ancora iniziare. E le piogge di questi ultimi mesi offrono un habitat ideale per questi parassiti che vivono in aree boschive o di pascolo, ma anche urbane come nei giardini di casa e con una umidità elevata. Inoltre le zecche si trovano anche in altri ambienti portate da animali parassitati come pecore, mucche, cervidi e uccelli. Per cui visto il clima attuale, si può presumere che quest’anno di zecche ce ne saranno molte. Ed è per questo che è necessario proteggersi.

«Con l’arrivo dell’estate e con l’aumento della vita all’aria aperta è importante conoscere come difendersi da questi parassiti e quali sono i problemi che possono causare», ha esordito il commissario dell’Ulss 1 Dolomiti, Giuseppe Dal Ben che per l’occasione si è vaccinato contro la Tbe direttamente nei locali dell’azienda in via Feltre. «Bisogna fare attenzione quando si passeggia in montagna o tra i prati. Per evitare la trasmissione del virus della Tbe è possibile vaccinarsi, mentre contro la malattia di Lyme si può ricorrere alla terapia farmacologica».

«Questi sono i parassiti più diffusi al mondo dopo le zanzare», ha esordito il primario del reparto di Malattie infettive del San Martino, Renzo Scaggiante, ricordando che il San Martino è centro di riferimento regionale per le malattie da zecca. «In 10 anni abbiamo registrato circa 700 casi di malattia di Lyme o borreliosi (ma potrebbero essere di più perché molti vengono curati dal medico di base), una patologia causata da un batterio trasmesso dal morso di zecca».

Malattia di Lyme

La Borrelia esordisce dopo 1-3 settimane dal morso della zecca. «Si tratta di una malattia in tre fasi principalmente», spiega Scaggiante. «La prima fase detta precoce localizzata presenta un eritema migrante nella zona della puntura, mentre la seconda fase detta disseminata fa scattare i primi sintomi come brividi, cefalea, rigidità nucale, dolori muscolo-articolari. Ed infine c’è la fase tardiva che arriva se la malattia non è diagnostica e quindi non curata e si manifesta con artrite, alterazioni cerebrali e nervose». Questa malattia può essere curata con una terapia farmacologica e può presentarsi diverse volte, cioè non si crea una difesa immunitaria ad hoc nell’organismo.

Tbe

Gli esordi della malattia arrivano dopo 4-28 giorni e si manifesta in due fasi. La prima detta viremica presenta febbre, affaticamento, malessere, cefalea e artralgia, mentre la seconda porta a meningite lieve o encefalite grave, mielite o paralisi flaccida acuta cioè la persona non riesce a stare in piedi. Per questa patologia importante è la prevenzione che avviene tramite la vaccinazione.

Dal 2018 al 2022 si sono registrati nel Bellunese 48 casi di Tbe, il 29% di tutti i casi regionali. «Nel 2023 sono stati quattro i casi di encefalite, di cui soltanto uno ha avuto bisogno di un ricovero», ha spiegato il primario di Malattie infettive. L’incidenza maggiore (cioè i casi ogni 100 mila abitanti) si registra nella parte alta della provincia soprattutto in Comelico, Cadore e nell’Agordino, ma non è esente nemmeno la Valbelluna.

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