La nuova stagione della Marcolin

Sindacati fiduciosi dopo gli investimenti dell'azienda a Longarone
Il nuovo stabilimento della Marcolin a Longarone
Il nuovo stabilimento della Marcolin a Longarone
LONGARONE.
La premessa è dolorosa, ovvero la chiusura dello stabilimento di Vallesella, ma almeno gli impegni sono stati rispettati. E' così che una brutta notizia si è lenita con il passare dei mesi, diventando quasi una mezza buona notizia. «E' stata dura, ma adesso dobbiamo aprire una nuova stagione», dicono dai sindacati. Per l'azienda la dimostrazione che si vuole mantenere la produzione in Italia.

E' operativa già da alcuni giorni la nuova area della Marcolin di Longarone, dodicimila metri quadrati di ampliamento che garantiranno alla sede un'organizzazione "svizzera". Novemila metri saranno destinati alla logistica, i restanti tre al finissaggio. Dati tecnici a parte, resta la sostanza: Marcolin ha investito sul territorio milioni di euro, centralizzato la produzione e potenziato la logistica. Ergo, vuole crescere. Per il Bellunese affetto da delocalizzazioni e situazioni in bilico è un segnale di speranza.

Lo sanno bene anche i sindacati, che pure nei mesi scorsi erano scesi in piazza con i lavoratori di Vallesella. Erano rimasti i soli a protestare, insieme a buona parte del mondo istituzionale ed economico del Cadore. Gli stessi dipendenti dello stabilimento madre di Longarone non avevano partecipato alla protesta, se non in minima parte. I giochi del resto erano già fatti, si trattava di salvare il salvabile.

«E' stata una vicenda complessa che ha visto una forte contrapposizione, ma alla fine abbiamo raggiunto un buon accordo», commenta dalla Cgil Denise Casanova. «Non è stato facile, ma ora dobbiamo aprire un nuovo capitolo. L'azienda ha investito su Longarone in maniera decisa e anche per i lavoratori del Cadore si è arrivati a un buon trattamento. Si apre un nuovo scenario».

Quanto ai dipendenti scesi dal Cadore, il nuovo inizio è stato buono: «Non ci sono state particolari criticità», conferma la sindacalista. «Ma la situazione sarà monitorata».

Il nuovo spazio - spiegano dall'azienda - permetterà di centralizzare tutte le attività di spedizione del gruppo, ma anche di «creare nuovi spazi a supporto della crescita aziendale, visto il costante aumento delle collezioni in licenza e dei mercati da sviluppare».

«Il nuovo stabile», proseguono da Longarone, «rappresenta la volontà di mantenere il cuore dell'attività in Italia. E questo nel rispetto della sue caratteristiche aziendali che privilegiano la qualità del made in Italy, e nonostante il sempre maggiore livello di competitività e di efficienza di costi delle produzioni estere».

Sono tre quindi le "missioni compiute": oltre al trasferimento di Vallesella con il suo reparto di lavorazione del metallo, l'apertura del nuovo sito - che sarà inaugurato ufficialmente lunedì prossimo - e la realizzazione del nuovo "Centro stile", con l'obiettivo di ottimizzare le fasi creative del prodotto.

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