La maestra Santina è andata in pensione Fu tra le fondatrici del nido Ca’ Gioiosa

Festa nella struttura, con le mamme, Sedico Servizi e Comune «I bambini mi hanno sempre insegnato delle cose fantastiche» 

Il personaggio

SEDICO

Venerdì scorso, quando per l’ultima volta è entrata nell’asilo nido Cà Gioiosa di Sedico, al quale lei stessa ha dato i natali nel 1998, chissà quanti visi, quanti ricordi e quante emozioni le sono passati per la mente. Dal primo febbraio, è (meritatamente) in pensione Santina Vieceli, la storica maestra dell’asilo nido che, prima a Roe Alte, poi a Sedico, ha accolto, coccolato e fatto crescere centinaia di bambini.

Per salutarla, l’azienda speciale Sedico Servizi, l’amministrazione comunale, le colleghe, le hanno organizzato una piccola ma sentitissima festa. «Avevo iniziato a svolgere la mia professione nel 1980 ad Agordo nei servizi educativi alla prima infanzia. Nel 1998 volevo comperare casa e a Sedico c’era la volontà di aprire un asilo nido. Mi è stata fatta questa proposta di lavoro dall’associazione Conz, che ha poi gestito l’asilo fino al 2003, e da settembre 1998 lavoro al Cà Gioiosa, prima a Roe, poi, dal 2009, quando ci siamo spostati nella nuova sede, a Sedico».

In 40 anni il mondo è cambiato. E i bambini?

«I bambini sono meravigliosamente sempre gli stessi. Sono sempre andata al lavoro contenta. Ogni giorno ho avuto qualcosa da imparare, qualcosa di fantastico che i bambini mi hanno insegnato. Negli anni, semmai, è cambiato un po’ il sistema, il mondo del lavoro, dove c’è magari una pressione maggiore, con una maggiore richiesta di servizi educativi. Oggi ci sono tante possibilità di accedere alla conoscenza ma, si sa, si può trovare di tutto. Per questo, spesso, le famiglie hanno bisogno di trovare qualcuno che, prima di tutto, le ascolti e, per la sua esperienza, dia loro sicurezza. Detto questo le famiglie sono eccezionali. Coscienti e consapevoli. E lo hanno dimostrato anche durante la pandemia, fidandosi di noi. Al Cà Gioiosa abbiamo 72 bambini e non abbiamo mai chiuso un giorno».

Eppure qualche difficoltà ci sarà stata senz’altro… «Il centro estivo organizzato quest’estate ci ha dato modo di capire tante cose. A settembre abbiamo aperto in una situazione abbastanza buona e da allora abbiamo rivoluzionato completamente il nido, organizzandolo in bolle. Nonostante le preoccupazioni, le cose sono andate bene e non abbiamo mai dovuto chiudere o mandare a casa bambini. Abbiamo offerto loro uno spazio di normalità. L’aspetto della socialità è fondamentale, a partire dai piccolissimi. Lo si vede anche in quelli che hanno meno di un anno: istintivamente, un bambino va verso l’altro».

Che significato hanno avuto questi 22 anni? «Quando sono arrivata a Sedico questo comune non aveva mai avuto un nido. C’era bisogno di far capire di cosa si trattava e, soprattutto, c’era bisogno di fiducia da parte della popolazione. La cosa più importante di cui hanno bisogno i bambini è una relazione di cura. Cura del loro corpo e dell’ambiente circostante. E poi hanno bisogno di crescere con rispetto. In qualsiasi parte del mondo nascano. E il rispetto passa per la valorizzazione delle capacità che ciascuno ha. C’è sempre un punto sul quale poter lavorare. E, ancora, un’altra cosa fondamentale è la ricerca della bellezza, perché se un bambino cresce educato alla bellezza, allora la cercherà anche da grande, come un bisogno. Lascio l’asilo in ottime mani. C’è uno stile, che abbiamo cercato di dare, che trova la sua continuità. Ringrazio l’amministrazione comunale di ieri e di oggi per aver sempre creduto nella formazione, che in questo lavoro è come l’ossigeno». —

Nicola Pasuch

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