La frana di Busa del Cristo sta rallentando

Tavolo in Regione e allarme che sarà giallo. Svaluto Ferro: «Intervento urgente da un milione di euro»
PERAROLO. La frana è più tranquilla. Vista da Venezia, ma anche in diretta da Perarolo la massa franosa della Busa del Cristo sta rallentando. Nelle prossime ore il livello di attenzione potrebbe scendere da arancione a giallo e nelle case della piazza in riva al Boite potranno dormire ancora più sereni, sognando una soluzione il più possibile vicina del problema. Rimane il fatto che ci vuole in intervento, possibilmente in anticipo sulla primavera.


Al tavolo tecnico in Regione c’erano anche il sindaco Pierluigi Svaluto Ferro e la collega di Valle di Cadore, Marianna Hofer, ma in futuro non suonerà strana la presenza dei confinanti lungo la riviera del Piave, perché un eventuale distacco traumatico potrebbe riguardare anche i paesi rivieraschi.


Intorno al tavolo c’erano anche i tecnici di Direzione regionale Difesa del suolo, Genio, Protezione civile, Ferrovie e Università di Padova con il professor Antonio Calgaro del dipartimento di Geoscienze. Insieme hanno dipinto il quadro della stabilità della frana, dopo i consistenti movimenti del 12 dicembre e la conseguente evacuazione delle otto famiglie e il distacco di quattro giorni dopo nella parte inferiore per un secondo allarme rosso. Ieri è emerso che la frana sta rallentando e, se questa tendenza dovesse essere confermata anche nei prossimi giorni, il livello di attenzione potrebbe davvero scendere a quello che non richiede il monitoraggio visivo: «Il tavolo conferma quanto evidenziato fin da subito dalla Regione a proposito della fondamentale rilevanza del monitoraggio che abbiamo prontamente adottato», sottolinea l’assessore regionale bellunese Gianpaolo Bottacin, «continua peraltro con assoluta efficacia l’impegno regionale nell’affrontare la problematica».


I primi cittadini sono tornati in Cadore soddisfatti. La frana è interamente residente a Valle, ma ai piedi c’è Perarolo: «Il monitoraggio ha funzionato in maniera egregia», sottolinea Svaluto Ferro, «la frana è in fase di rallentamento, pertanto potremmo scendere alla soglia gialla. Siamo d’accordo sul fatto che l’intervento prioritario di mitigazione del rischio consiste nell’evitare che l’acqua piovana penetri in profondità, provocando degli ulteriori movimenti tra i gessi».


Ma ci sono dei lavori da fare e anche abbastanza presto: «Entro l’arrivo della primavera», avverte Svaluto Ferro, «ci vuole un milione di euro e bisognerà trovarlo, senza dimenticare che la frana non interessa solo noi e Valle. Ognuno dovrà fare la propria parte».


Anche le Ferrovie, proprio per la primavera, contano di avviare alcuni interventi per migliorare la stabilità del pezzo di propria competenza.


Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi