Incendio a La Muda: gli abitanti fanno la danza della pioggia

Volontari osservano il fumo sulla montagna
LA VALLE AGORDINA.
Il futuro prossimo degli abitanti di La Muda dipende dalla pioggia. Un acquazzone ben assestato, protratto per più di qualche ora, darebbe infatti il colpo di grazia ai focolai che, fino a ieri, hanno messo a dura prova i nervi dei servizi forestali e dei volontari. Le azioni di contenimento dell'incendio sono proseguite fino a quando la luce del giorno lo ha permesso. Ed oggi gli operatori lavoreranno nello stesso modo, per evitare che i focolai lambiscano il parco. Una decina di uomini sono stati impegnati ieri sul monte Vallaraz ed altrettanti sotto la forcella Folega, dove è stata attrezzata un'unità operativa alla quale veniva fornita l'acqua del Cordevole da un elicottero. «Fino alle 14 di ieri - ha raccontato Giuseppe Poletti, responsabile delle operazioni di spegnimento del servizio forestale regionale - ha volato l'Ericson, il potente mezzo in grado di versare novemila litri di acqua ad ogni passaggio». Altri quattro sono stati i mezzi utilizzati: due Canadair che andavano a caricare acqua al lago di Santa Croce e due elicotteri regionali. «L'obiettivo - ha proseguito il funzionario - era evitare che i focolai sul lato destro idrografico della Val Clusa si espandessero sull'altro versante, quello del parco». Ipotesi non così remota, anzi avvallata dall'atteso brutto tempo. Il pericolo in situazioni del genere, è rappresentato dal vento che potrebbe iniziare a soffiare prima dell'arrivo della pioggia ed alimentare così di nuovo i focolai. Finchè le attività di contenimento non saranno concluse, non potrà iniziare la conta dei danni. «Faremo le verifiche geologiche necessarie - ha commentato il presidente della Provincia, Gianpaolo Bottacin - appena possibile». Già lunedì il geologo della Provincia dovrebbe recarsi sul posto per un sopralluogo. Anche se un'idea della quantità di bosco andata in fumo, gli operatori già ce l'hanno. «La stima è ancora provvisoria - ha detto Poletti - ma ad essere colpiti sono stati circa 370 ettari di terreno». La nota positiva riguarda l'avanzata del fronte. Le fiamme sembrano non diffondersi più su nuove aree. «La situazione è notevolmente migliorata rispetto ai giorni scorsi. Si sta rivelando risolutivo l'intervento dal cielo - ha commentato l'assessore alla Protezione Civile del Veneto Daniele Stival -, gli elicotteri regionali e i Canadair inviati dal Centro operativo aereo unificato del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, hanno lavorato a pieno ritmo». Ora la speranza è nella pioggia, che porterà con sè un altro problema, quello di eventi franosi. Veneto strade sta valutando il da farsi: se posizionare reti di contenimento dei massi, così da garantire la sicurezza sulla regionale agordina, verrà deciso lunedì sulla base dell'evolversi degli eventi. «La situazione è sotto controllo, ad un primo sopralluogo non ci sono elementi di pericolo tali da richiedere la chiusura della strada».
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