In Veneto l’evasione sfonda i cinque miliardi

Scoperti dalla Finanza 671 soggetti del tutto sconosciuti al Fisco. In crescita l’allarme per le infiltrazioni dei capitali di origine mafiosa
FOTO GAVAGNIN (PROPOSTA) EVESIONE FISCALE ED EMISSIONE FATTURE FALSE LA G.di F. DI PORTOGRUARO ARRESTA UNA PERSONA PRESTANOME (UN MOMENTO DEI CONTROLLI INCROCIATI DEI DOCUMENTI)
FOTO GAVAGNIN (PROPOSTA) EVESIONE FISCALE ED EMISSIONE FATTURE FALSE LA G.di F. DI PORTOGRUARO ARRESTA UNA PERSONA PRESTANOME (UN MOMENTO DEI CONTROLLI INCROCIATI DEI DOCUMENTI)

BELLUNO - Oltre tre miliardi evasi in Veneto. A questa cifra si devono aggiungere i quasi due non dichiarati al fisco grazie a “caroselli” di aziende all’estero. Di questi, poi, un miliardo e cento milioni di euro sono i soldi mai dichiarati dai 671 evasori totali scoperti durante il 2012 dalla Guardia di Finanza nella nostra regione. «Aumentano i soldi evasi scoperti ma diminuiscono i controlli perché abbiamo affinato la tecnica nell’individuare i soggetti da sottoporre a verifica», ha spiegato il generale Marcello Ravaioli, comandante a interim della Guardia di Finanza del Veneto e di Venezia, durante la presentazione dei risultati di un anno di attività. L’attività di contrasto all’evasione fiscale ha permesso di individuare circa 300 milioni di Iva evasa, di cui circa 58 milioni riconducibili a “frodi carosello”, basate su false transazioni commerciali con l’estero. Sempre sul contrasto all’evasione numerosi i “furbetti dello scontrino” scoperti dall Fiamme Gialle. Infatti è risultato irregolare il 22,5% degli oltre 27 mila controlli sul rilascio di scontrini e ricevute fiscali. Sono stati denunciati 870 responsabili di frodi e reati fiscali, di cui 14 sono finiti pure in carcere. La gran parte per aver utilizzato o emesso fatture false (179 violazioni), per aver omesso di presentare la dichiarazione dei redditi (171 violazioni), per aver presentato dichiarazione dei redditi fraudolenta (304 violazioni) o per aver distrutto o nascosto la contabilità (213 casi). Sempre durante verifiche e controlli i finanzieri hanno scoperto 803 lavoratori completamente “in nero” e 1.690 irregolari, impiegati da 535 datori di lavoro. Il contrasto all’economia criminale, ai patrimoni illeciti e all’infiltrazione dei capitali mafiosi «è tra le priorità della Guardia di Finanza a tutela della legalità economico finanziaria» spiega il generale Ravaioli. «Il Veneto, con il sequestro di beni e capitali illeciti, è sempre più al centro degli interessi finanziari dei clan: grandi opere ed edilizia, ciclo del cemento e smaltimento dei rifiuti speciali, vendita all’ingrosso ed al dettaglio, ristorazione ed attività ricettive, oltre a settori particolarmente “sensibili”, come le sale gioco ed i compro oro, sono gli strumenti preferiti dalle mafie per il reinvestimento delle ingenti liquidità di cui dispongono», sottolinea Ravaioli. In proposito, ha ricordato l’operazione del Gico di Venezia che ha sgominato un gruppo italo-cinese, riconducibile alla famiglia di Luca Keke Pan. Sono state arrestate 11 persone e i beni sequestrati superano i 20 milioni di euro di valore. Invece le 81 indagini patrimoniali, hanno riguardato 83 posizioni - 68 persone e 15 imprese - ed hanno permesso di sottrarre alle organizzazioni criminali beni per circa 24 milioni di euro. Altro dato positivo è il valore delle confische, che ha raggiunto l’1,5 milioni di euro. Sono state sviluppate 327 indagini antiriciclaggio che hanno portato alla denuncia di 547 responsabili ed al sequestro di beni e disponibilità finanziarie per oltre 22 milioni di euro. L’esame dei flussi finanziari ha permesso di accertare il reimpiego di denaro proveniente da altri reati per oltre 61 milioni di euro, importo quasi triplicato rispetto all’anno precedente. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi