Il segretario dell’Anaao: «Per salvare la Neurologia accorpiamo i reparti di Feltre e Belluno»

«I sei medici che arriveranno dall’ospedale di Padova potranno coprire circa 800 ore da qui a dicembre, ben poca cosa rispetto alle 12.260 che servono, e inoltre non è un sistema che dà garanzia di continuità di servizio»
Pda
Luca Barutta, segretario regionale dell’Anaao
Luca Barutta, segretario regionale dell’Anaao

«Di fronte alla grave emergenza della Neurologia, sono perplesso dalla mancanza di reazione dell’Ulss». A parlare è il segretario regionale dell’Anaao, Luca Barutta. «Leggendo qualche giornale, sembrerebbe che la convenzione con l’ospedale di Padova possa in gran parte risolvere la carenza di personale dei due reparti di Belluno e Feltre, ma non è così. Anzi siamo ben lungi», batte i pugni Barutta. «Vista la situazione, l’unica soluzione per garantire un servizio adeguato è unire le forze, cioè i due reparti, fino a quando non si troveranno i medici necessari per ritornare alla situazione standard. Cosi stando le cose, presto i reparti saranno destinati a chiudere. Quindi la direzione generale deve dare le soluzioni migliori per garantire il servizio».

Neurologia a Belluno

Ci sono 18 posti letto: quattro di questi, secondo le schede ospedaliere regionali del 2019, sono riservati alla stroke unit di secondo livello, cioè a un intervento immediato per risolvere o ridurre al massimo l’impatto dell’ictus nel paziente. Questa unità richiede la presenza costante di un medico di guardia h24 e 7 giorni su 7. «Tenendo presente i posti letto, raccogliendo l’attività della Neurologia in un unico ambulatorio, aperto cinque giorni a settimana dalle 8,30 alle 16,30, e considerando un medico al pomeriggio e uno di notte, vengono svolte dal reparto 12.260 ore all’anno, un’attività che impegna otto specialisti a tempo pieno, oltre al primario, quindi un totale di nove medici. E questo solo per assicurare l’attività minima», sottolinea Barutta.

Peccato che finora tutta questa attività sia stata svolta da cinque medici, cioè la metà - e presto saranno tre - a cui si aggiunge il supporto della Neurochirurgia di Treviso. Per sostenere la mole di lavoro con le risorse a disposizione, «il reparto ha rinunciato alla guardia attiva notturna, recuperando così tre medici e attivando una reperibilità sostitutiva, con il medico a casa che viene chiamato dall’infermiere. Questo, però, genera un rischio clinico, oltre al fatto che un medico può farsi anche 14-15 ore di turno. Una situazione che si trascina almeno dal 2021», precisa il segretario di Anaao. «Un modo di lavorare, questo, che non fa che creare stress che, se cronicizzato, porta al burn out e alla voglia di andarsene, come sta accadendo».

Neurochirurgia di Feltre

A Feltre sono quattro i neurologi, compreso il primario, per un reparto che ha al suo interno una stroke unit per gli ictus di primo livello, meno gravi rispetto a quelli di Belluno. «Per garantire il servizio», dice Barutta, «qui c’è una guardia interdivisionale, cioè un medico di un altro reparto che arriva in caso di bisogno, e una reperibilità integrativa, cioè il neurologo reperibile viene chiamato da casa. Quindi a Feltre, a differenza di Belluno, c’è sempre un medico di notte presente, anche se non neurologo».

La situazione attuale

«I sei medici che arriveranno dall’ospedale di Padova potranno coprire circa 800 ore da qui a dicembre, ben poca cosa rispetto alle 12.260 che servono, e inoltre non è un sistema che dà garanzia di continuità di servizio. È come se ogni mese cambiasse il direttore generale dell’Ulss. Serve trovare personale con le risorse del trattamento accessorio che questa azienda ha in abbondanza, ma non usa come dovrebbe. Credo che a questo punto serva serrare le fila, per tornare ai due reparti quando ci sarà il personale». 

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