«Il mondo si è incattivito e anche la montagna deve farsi delle domande»

Intervista al giornalista di Sky Pio d’Emilia, che è appena rientrato da Lampedusa dove ha incontrato Richard Gere: «È un amico» 

L’intervista

«Il mondo si è incattivito, stiamo vivendo un periodo di profonda regressione culturale. In un contesto di questo tipo, anche la montagna deve iniziare a porsi qualche domanda. Quelli che un tempo erano luoghi di pace e serenità, oggi mostrano più di un segnale d’allarme»: parole di Pio d’Emilia, il noto giornalista di Sky inviato in Giappone che ha scelto Misurina come propria residenza italiana e che ieri sera è stato protagonista ad Auronzo di un incontro con l’imprenditore di origini siciliane Andrea Bulgarella.

Partiamo dalla fine, come nasce l’idea di incontrare l’imprenditore Andrea Bulgarella in una sera d’estate ad Auronzo?

«Nasce da un presupposto: ogni situazione, anche la peggiore, non presenta il 100% di negatività ma, al contrario, offre sempre uno spunto di riflessione. Il pregiudizio è il male del nostro secolo, parliamo molto spesso per pregiudizi scatenando quella cattività che oggi, rispetto al passato, esplode all’esterno attraverso la grancassa dei social. Bulgarella è stato un imprenditore molto discusso divenendo presto una vittima del pregiudizio. Come quei migranti che loro malgrado sono oggi al centro dell’attenzione quotidianamente».

Migranti che riportano alla mente la recente intervista da lei fatta con Richard Gere, ci racconta com’è andata?

«Richard Gere lo considero un amico. Sono in Italia in questi giorni per vacanza ma anche per lavoro. Sono stato a Lampedusa, il contatto con Gere me l’ha offerto un altro grande amico che ho in comune con l’attore statunitense, Fabrizio Pallotti, traduttore in italiano dei testi del Dalai Lama. Proprio Pallotti ha portato a conoscenza di Richard Gere i contenuti del decreto sicurezza. Contenuti che lo hanno fatto rabbrividire a tal punto da organizzare in poche ore il trasferimento a Lampedusa per poi salire sulla nave Open Arms. Tutti hanno parlato del fatto che Richard Gere sia salito su quella nave ma nessuno ha spiegato il vero motivo. Gere è finanziatore di quell’organizzazione. Soldi leciti, puliti, che destina alla solidarietà. Gere ha sottolineato il ruolo positivo di quelle associazioni che tra mille polemiche operano nel Mediterraneo con l’obiettivo di salvare vite umane. Li ha indicati come angeli, a dispetto di ciò che invece si legge soprattutto sui social, commenti raccapriccianti scatenati da quel senso di cattiveria in cui è precipitata non solo l’Italia ma gran parte del mondo. Bisogna cambiare le cose, ritrovare la giusta serenità, tornare a leggere, approfondire le situazioni senza fermarsi all’apparenza. Bisogna studiare, aprire il cuore, prima ancora delle braccia e dei confini. Il buddismo è una strada da intraprendere, dobbiamo ripartire dalle cose semplici».

Decreto sicurezza che richiama l’attenzione su quanto sta succedendo in questi giorni a Belluno. Segnale che anche la montagna non è immune da questa regressione collettiva?

«La montagna resta un sinonimo di pace e serenità. Non è un caso che, quando voglio staccare la spina, prendo un aereo dal Giappone dove vivo da quarant’anni e scappo a Misurina. Però anche ad Auronzo ho notato ultimamente una tensione latente, un’agitazione sconosciuta fino a qualche tempo fa. Segno inequivocabile che nessuno può sottrarsi al momento che stiamo vivendo e sul quale dobbiamo tutti riflettere. Il mondo oggi è animato da tante macchiette, Trump su tutti. In Italia ci sono tanti piccoli Trump». –

Gianluca De Rosa

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