Il direttore Paolo Garna saluta Longarone Fiere
In pensione dopo 12 anni alla guida dell'ente: «Vedremo se c'è ancora spazio per collaborare»

Paolo Garna
LONGARONE.
Paolo Garna non è più il direttore di Longarone Fiere. Con il 30 giugno ha lasciato l'incarico andando in pensione. E' rimasto a capo dell'ente fieristico per dodici anni. Nelle sue mani sono passate più di 100 manifestazioni. Garna, nominato dal Cda di cui era presente Antonino Vicari, era stato in precedenza direttore di Coldiretti, del Centro Consorzi degli artigiani e di Eurobic Dolomiti. In questi dodici anni da direttore di Longarone Fiere, sono state messe in calendario nuove manifestazioni e accantonate altre, con l'obiettivo di arrivare sempre più, come chiede il mercato, a degli eventi specialistici. Scelte che hanno pagato, spiega lo stesso Garna, visto che i bilanci economici hanno sempre chiuso con il segno più, consentendo anche di poter investire continuamente in impianti e per migliorare la struttura del complesso espositivo.
Nonostante la pensione, continua a collaborare con Longarone Fiere?
«Ho mantenuto dei contatti. Con il presidente De Bona abbiamo parlato più volte di una collaborazione, e anche con i due vice presidenti, Maurizio Ranon e Fausto Bortolot, ma non abbiamo definito ancora niente di preciso, anche perché non è mia intenzione interferire minimamente con chi è subentrato alla direzione e che magari è più bravo di me. Vedremo comunque se c'è lo spazio adeguato, magari per seguire alcune iniziative collaterali alle fiere vere e proprie».
Ci sono progetti che non sono stati realizzati in questi anni?
«Sicuramente sono molte le cose che pensavo di poter fare quando sono approdato alla fiera di Longarone e che non sono riuscito a realizzare. Ritengo che dalla struttura operativa di Longarone Fiere non si potesse pretendere di più. Altre organizzazioni fieristiche con molte persone in più e maggiori mezzi a disposizione se li sognano i risultati e i programmi che vengono realizzati da Longarone Fiere! Non posso che ringraziare le colleghe e i colleghi che in questi anni hanno sempre collaborato con molto impegno e responsabilità e hanno contribuito in maniera determinante alla riuscita delle manifestazioni. Qualche rammarico? Francamente pensavo di riuscire a far interagire di più la fiera con il mondo imprenditoriale bellunese, far capire che si tratta di una opportunità di promozione e sviluppo straordinaria per l'attività delle piccole e medie imprese locali. Qualche esempio? Le manifestazioni per l'occhialeria, settore in cui la provincia di Belluno e il Cadore in particolare hanno fatto la storia del settore, sono state chiuse per mancanza di adesioni. E poi il turismo, del quale tutti parlano. C'era Expodolomiti, sospesa quattro anni fa proprio su indicazione delle categorie e rilanciata quest'anno a seguito del riconoscimento Unesco ma che sarà realizzata solo perché, grazie all'impegno del presidente, Oscar De Bona, c'è la disponibilità da parte della Regione Veneto e di qualche altro ente a sostenerla economicamente. Ci sarebbe molto altro, come riuscire ad ottimizzare le ricadute sul territorio, coinvolgendo meglio le circa 200 mila persone che arrivano a Longarone ogni anno per le fiere, oltre alle circa 2000 aziende che espongono e che si fermano in zona più giorni, oppure far decollare la fiera, dove ci sono tutte le attrezzature e i servizi necessari, come centro per congressi. E poi c'è la questione della gelateria dove il gelatieri bellunesi e la Mig sono conosciuti in tutto e si potrebbe parlare di centro studi, corsi di formazione, e altro ancora». Al posto di Paolo Garna, a dirigere Longarone Fiere è arrivato Paolo Rosa, già direttore del polo fieristico di Pordenone.
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