Il consiglio approva l’acquisto dell’ex polveriera di Cart

Prendere o lasciare in tempi impietosi. La legge finanziaria ha messo di fronte il comune di Feltre alla scelta di rendere immediatamente eseguibile l’acquisizione del complesso ex militare di San Silvestro. Pena lo storno dell’area sul mercato privato. Il consiglio comunale di ieri sera ha approvato a maggioranza, con l’astensione e non il voto contrario dei gruppi di minoranza, l’acquisizione dell’ex polveriera di Cart, ceduta gratuitamente dal Demanio. Non la prende a scatola chiusa, anzi.
Una bonifica di primo livello si è fatta, per cui l’area è “calpestabile” per quella che sarà la futura destinazione d’uso, a gestione pubblica e dunque puntellata dagli appetiti di immobiliaristi e da coltivazioni semintensive. Non ci sono inquinamenti da idrocarburi perché le cisterne del megacomplesso militare sono state svuotate e rimosse senza dispersioni sul terreno. L’unica cosa che il reparto infrastrutturale del demanio militare vieta di fare è il carotaggio “non potendo escludere la presenza di manufatti interrati in profondità”. Ed è questo il dubbio che è sorto e rimasto alla minoranza.
La trattazione di quanto è stato fatto negli anni, è stata a cura del consigliere con delega Cesare Campigotto che ha evidenziato la certificazione della bonifica di superficie, compresa quella di gasolio proveniente dalla casamatta di guardia, in accesso all’area, e che ha citato la testimonianza orale e accreditata di due militari, dipendenti della struttura, dal 1966 al 2003 (quando c’è stata la dismissione), «che ci hanno rassicurato sull’assenza di materiale esplosivo interrato».
Ma allora perché non si possono fare carotaggi, ha chiesto il consigliere Ennio Trento: «E come potete pensare di autorizzare accessi e interventi come quelli dell’approvvigionamento della legna, a fronte di un dubbio che rimane?». Cosa ribadita anche da Franco Debortoli: «Parliamo di un sito delicato, servito allo stoccaggio bellico e abbiamo la testimonianza orale, peraltro non agli atti, di due addetti ai lavori. Se diamo in affitto o rivendiamo l’area a portatori di interessi che ne facciano un buon uso, ristorando del 25% il Demanio, ci prendiamo una bella responsabilità se mai dovesse succedere qualcosa».
La bonifica bellica è stata fatta, ha ribadito il sindaco Perenzin. «Gli unici residuati potrebbero essere i reperti della prima e della seconda guerra mondiale, rispetto ai quali nelle nostre frazioni deve intervenire spesso il Genio artificieri. Quello che non si potrà fare, nell’area che ci cede il Demanio, sono i movimenti di terra». E non è intenzione del pubblico che prende in mano 30 ettari di patrimonio da cedere alla comunità attiva: «Chiamata a suggerire la governance dei futuri processi gestionali», ha detto in conclusione l’assessore Bonan. —
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