Il collegio veneto dei maestri di sci finisce nella bufera

Il neo presidente D’Amico: «Irregolarità nei conti» L’ex Pierobon: «Tutto in ordine, andrò per vie legali»
Di Barbara Squarcina

BELLUNO. Una bufera di neve che non conosce soste. Ma questa volta non è il maltempo a perseguitare il mondo dello sci, bensì il terremoto che si è abbattuto sul Collegio regionale del Veneto dei maestri di sci.

Dopo le dimissioni del presidente neo eletto Paolo D'Amico, che ha accusato la gestione precedente di presunte irregolarità nei conti, non è tardata ad arrivare la risposta di Roberto Pierobon, ex presidente e ora nuovamente a capo del Collegio: «Il 18 ottobre abbiamo avuto un'assemblea generale movimentata che ha portato alla scissione del collegio in due gruppi, di cui uno in aperta opposizione alla mia ventennale gestione del consiglio», spiega Pierobon.

«Il gruppo di D'Amico è arrivato in assemblea ed è riuscito ad avere un certo riscontro. La nostra volontà era quella di mantenere lo zoccolo duro del consiglio direttivo e avere una certa continuità nel rinnovamento voluto da D'Amico, ma il gruppo di maggioranza ha detto no. Nel mese successivo la nuova presidenza non è riuscita nel compito fondamentale di gestione delle attività, soprattutto in vista dell'imminente apertura della stagione invernale e nelle incombenze con la Regione», commenta Pierobon, che si difende dalle accuse: «La situazione contabile è alla luce del sole, non ho assolutamente nulla da nascondere, abbiamo un bilancio e i conti sono in ordine. Voglio salvaguardare la dignità professionale di tutte le persone che lavorano e fanno parte del Collegio. Voglio difendere le due segretarie che durante l'assemblea sono state prese di mira e offese pubblicamente nonché la vice presidente Chiara Visentin, che faceva parte dell'altra cordata, ma ha avuto il coraggio di esporre le sue preoccupazioni nei confronti della nuova gestione», spiega Pierobon.

Riguardo ai presunti documenti acquisiti da D'Amico, Pierobon commenta: «Ha dichiarato di aver trattenuto dei documenti senza aver chiesto niente a nessuno e questa di per sé è già una violazione, perché ci vuole una delibera del collegio per farlo. Ho inviato una lettera a D'Amico per la loro restituzione, ma non ho ancora avuto risposta», afferma Pierobon. «Abbiamo già contattato i nostri legali che si adopereranno per salvaguardare la nostra dignità».

In questo clima rovente l'ex presidente Paolo D'Amico replica a Pierobon: «Quello che è stato fatto e detto nel mese in cui sono stato alla presidenza è presente sul sito del Collegio, i verbali sono pubblici e lì c'è tutta la verità», spiega D'Amico. «L'assemblea generale ha evidenziato una voglia di rinnovamento nel collegio. Siamo entrati nel consiglio in cinque e abbiamo cominciato a lavorare, ma subito abbiamo riscontrato delle irregolarità nei conti e nei bilanci», commenta D'Amico.

«Il nostro obiettivo era quello di cambiare le cose dopo vent'anni della stessa gestione, una maggiore trasparenza e l'abolizione dei contanti in sede (sono stati introdotti i Pos per il pagamento dei maestri di sci). Siamo stati però immediatamente osteggiati e messi in minoranza».

Riguardo i presunti documenti acquisiti senza permesso, D'Amico precisa: «Ho fatto copia di alcuni documenti quando ero in carica, nel pieno rispetto della legge e della privacy, e questo è consentito. Rimango in attesa che le autorità competenti si muovano e sono pronto a raccontare loro la mia verità».

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