Pratiche in ritardo per la doppia cittadinanza, sanzionato il Comune di Fonzaso

Il sindaco Pasa chiude l’Anagrafe un giorno alla settimana per poter preparare i documenti. Scopel (Seren del Grappa): «Situazione preoccupante». Cesa (Borgo Valbelluna): «Il mio Comune deve rinunciare a una persona per le incombenze»

Francesco Dal Mas
Uffici comunali bellunesi sommersi dalle pratiche per il riconoscimento della doppia cittadinanza
Uffici comunali bellunesi sommersi dalle pratiche per il riconoscimento della doppia cittadinanza

E adesso i Comuni rischiano di dover pagare i ritardi delle pratiche per il riconoscimento della doppia cittadinanza ai propri emigranti e ai loro residenti. È accaduto al Comune di Fonzazo, dove il sindaco Christian Pasa è stato costretto addirittura a chiudere l’anagrafe un giorno alla settimana.

Il caso di Fonzaso

Questo l’avviso: “Comune di Fonzaso, il giovedi l’Ufficio demografico rimane chiuso al pubblico per consentire la gestione delle pratiche trascrizione degli atti di stato civile dall’estero”. «Su ricorso di tre italo brasiliani, il Tar del Lazio», racconta il sindaco, «ci ha addebitato le spese del contenzioso – peraltro da condividere col Ministero – per una pratica di riconoscimento non espletata entro i termini previsti».

L’imputazione parte da mille euro ma è destinata ad ampliarsi per altre voci aggiuntive. Compresa la paga dell’avvocato dei ricorrenti, di cui non si conosce ancora la parcella per il procedimento.

«Per fortuna non ci sono stati addebitati i danni come a carico di quel Comune veronese che si è visto imputare 100 euro per ogni giorno di ritardo», informa il sindaco. «Per evitare il ripetersi di analoghe situazioni, dal momento che non abbiamo personale da dedicare esclusivamente a queste mansioni, abbiamo deciso di chiudere l’anagrafe un giorno alla settimana, durante il quale tutti gli addetti si applicheranno a questi compiti».

Sindaci mobilitati

È il momento della mobilitazione per i sindaci del Bellunese. Sia per queste incombenze anagrafiche, sia per quelle elettorali. «Stiamo attraversando una situazione oserei dire tragicomica». Così il sindaco di Borgo Valbelluna, Stefano Cesa. «Da giorni diversi collaboratori sono impegnati a spedire 5 mila cartoline per le prossime votazioni. Ognuna da compilare, da timbrare. Spenderemo almeno 11 mila euro. E già sappiamo che nessuno di chi le riceverà si presenterà alle nostre urne. Ma costoro non vengono neppure per le politiche».

Borgo Valbelluna ha oltre 11.300 residenti. Gli iscritti all’Aire sono appunto 5 mila.

«Ma questa è solo un’incombenza delle ultime settimane. In effetti», racconta ancora il sindaco, «abbiamo il pregresso, quello dei certificati per la doppia cittadinanza, potremmo dire per i passaporti. In municipio dobbiamo rinunciare a una persona destinandola solo a queste pratiche, che arrivano sia dalle ambasciate che dagli avvocati. Il problema sarebbe affrontabile se la documentazione arrivasse al completo, senza bisogno di metterci mano. Invece quasi ogni incartamento ha bisogno di integrazioni, insomma di metterci le mani. E questo triplica il tempo per rispondere alla richiesta».

«Le conseguenze sono così gravi che non voglio nemmeno pensarci», ammette Gianni Burigo, sindaco di Soverzene. «Noi abbiamo 360 residenti. Ma stiamo spedendo più di 800 cartelle ad altrettanti iscritti all’Aire per poter votare. Tante torneranno indietro con la dicitura “non recapitato”. Intanto, però, ci vediamo costretti a considerare l’esternalizzazione del servizio perché il personale è dimensionato alla popolazione residenti. Abbiamo infatti centinaia di richieste di certificazioni. Magari solo per ottenere il passaporto. Immaginarsi se costoro li vedremo all’urna».

Anche il sindaco di Val di Zoldo, Camillo De Pellegrin, si è trovato con il personale affogato nella spedizione delle cartoline. «Ben tre collaboratori impegnati a mettere timbri ed etichette per cartoline che torneranno per la gran parte con la dicitura “non recapitato”. Oltre 3500 euro di affrancature».

«Adesso è ora che i sindaci alzino la voce», tuona De Pellegrin, chiamando a raccolta i colleghi. «Lo comprendo, vivo lo stesso dramma», ammette il primo cittadino di Soverzene.

E Dario Scopel, sindaco di Seren del Grappa: «La situazione è davvero preoccupante, e lo stiamo segnalando da tempo in tutte le sedi istituzionali. I Comuni come il nostro fanno il possibile per garantire i servizi e rispettare i tempi, ma non possono far fronte a centinaia di pratiche con le risorse umane attualmente disponibili, dipendenti che devono gestire anche tutti gli adempimenti quotidiani. Non si tratta di inerzia, non è assolutamente possibile far fronte a un fenomeno alluvionale di pratiche di cittadinanza che ci ha investito in questi anni».

Secondo Scopel «serve che a livello romano si prendano ulteriori provvedimenti, non lasciando soli i comuni». —

 

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