“I Mille di Sgarbi”, sguardo a quello che l’Italia propone nell’arte contemporanea

Il critico ha selezionato di persona oltre 60 autori di tutte le regioni Venerdì l’inagurazione, l’esposizione alla “Ciasa” fino al 23 aprile 

LA MOSTRA

“I Mille di Sgarbi” approda a Cortina per la sua seconda edizione. Le opere di oltre sessanta artisti, provenienti da tutte le regioni d’Italia e selezionati personalmente da Sgarbi, saranno esposte per due mesi negli spazi del museo d’arte moderna Mario Rimoldi, alla Ciasa de ra Regoles. Diverse le discipline, svariati i percorsi di coloro che si sono candidati per partecipare a una mostra che vuole essere una fotografia sullo stato dell’arte contemporanea. La finalità? Far conoscere il lavoro degli artisti che vivono e creano sul territorio italiano.

«In mezzo ad artisti la cui cifra stilistica è conosciuta», dichiara Sgarbi, «ce ne sono molti da gustare con interesse, probabilmente con percorsi artistici ancora poco consolidati, ma che hanno una loro originalità e qualcosa da dire oltre la rituale banalità cui ci ha abituati l’arte contemporanea. La rassegna è una vetrina per dire: ecco, questi artisti sono da seguire, vediamo come evolverà la loro produzione». È con questo spirito che il critico più famoso d’Italia ha curato l’esposizione ed il catalogo, dando l’opportunità agli artisti scelti di dialogare e di confrontarsi con alcune delle importanti opere della collezione Rimoldi. Ciò che rende speciale l’edizione di Cortina sta proprio nel fatto che il percorso espositivo accosta la fotografia, la pittura e la scultura contemporanee alle opere di grandi come Fortunato Depero, Mario Sironi, Giorgio Morandi, Filippo de Pisis, Massimo Campigli e molti altri tra gli artisti collezionati, nel corso di una vita, da Rimoldi, il cui ruolo nel panorama dell’arte italiana è stato davvero eccezionale. Non per nulla la sua collezione, donata dalla vedova Rosa Braun alle Regole d’Ampezzo, è considerata dal ministero per i Beni e le Attività Culturali come una delle più significative dell’arte del XX secolo.

Sauro Moretti, Nino Ippolito e Barbara Zucchi, storici, instancabili collaboratori di Sgarbi, hanno risposto perfettamente al suo intento, condiviso appieno anche dalla Commissione del museo Rimoldi. Pur negli stili diversi e nelle sensibilità personali di ognuno dei “mille” di Sgarbi in mostra a Cortina, il comune denominatore delle opere scelte è lo sguardo interiore, bisogno impellente di questo tempo, che l’artista vuole, deve e riesce a rivolgere verso di sé, più di chiunque altro, attraverso il suo lavoro. Un sentire caro anche agli artisti tanto amati da Mario Rimoldi, che si distinguevano per un’espressione dalla forte valenza emotiva e visionaria, che trasfigurava il concetto di realtà in favore di una confessione sincera, da offrire al pubblico senza paura. Cambiano infatti gli anni, le anime e le mani ma non i temi, come non cambia la tavolozza a disposizione dell’artista, linguaggio universale che a seconda dell’uso e degli accostamenti cromatici ci racconta del suo stato d’animo al momento della creazione. Senza contare che l’artista spesso vive un tempo proprio, che non sempre è coerente col contemporaneo, non sempre ne condivide passioni e tratti comuni, preferendo rifugiarsi in un mondo fatto su misura. Venerdì Sgarbi inaugurerà la mostra. L’accesso all’inaugurazione è su invito. L’esposizione sarà poi aperta al pubblico, a pagamento, dall’8 febbraio al 13 aprile dalle 15. 30 alle 19. 30; chiusa il lunedì. —

A.S.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi