I mieli bellunesi riscuotono consensi: quattro secondi posti al “Tre gocce d’oro”

Fausto Bogo, Lorenzo De Candido e Claudio Mioranza in bella evidenza al concorso di Castel San Pietro Terme 

BELLUNO

Miele di qualità. E premiato a livello nazionale. Nell’edizione 2019 del concorso “Tre gocce d’oro – Grandi Mieli d’Italia” a Castel San Pietro Terme, ben tre gli apicoltori bellunesi insigniti del prestigioso riconoscimento. Due gocce d’oro, equivalenti al secondo posto nelle rispettive categorie, sono andate a Fausto Bogo, Lorenzo De Candido e Claudio Mioranza. «Un risultato eccellente, in un’annata davvero difficile per l’apicoltura bellunese»,, spiega con orgoglio Roberto Piol, vicepresidente di Apidolomiti di cui i tre sono soci.



«Il riconoscimento significa valorizzare il loro lavoro, composto di investimenti per la preparazione e ricerca della massima qualità. Bogo, De Candido e Mioranza avevano già ottenuto altri riconoscimenti al concorso nazionale di Castel San Pietro, così come diversi apicoltori appartenenti ad Apidolomiti. Ci complimentiamo e invitamo tutti a seguire i corsi di formazione che la nostra cooperativa organizza. Riteniamo infatti fondamentale aumentare le competenze degli apicoltori nell’analisi sensoriale del miele».

Fausto Bogo ha ottenuto il secondo posto nella categoria “Millefiori”, prodotto nella zona di Limana. Si tratta di fatto di un miele che racchiude tutti i profumi e gusti dei fiori visitati dalle api. Viene così a crearsi un mix che deve essere equilibrato, armonioso, ma capace di esprimere le diverse sfumature di gusto senza alcuna dominanza.

Arrivano da Santo Stefano di Cadore e dal Comelico Superiore, invece, i mieli di rododendro firmati Lorenzo De Candido e Claudio Mioranza. «Parliamo di un miele prodotto in particolare nelle regioni dell’arco alpino«, spiega proprio Mioranza. «Una pianta dalle foglie tossiche per proteggersi dai nemici ma che, ad anni alterni, dà vita a spettacolari fiori rossi. Le api trovano così un nettare straordinario, dolce, delicato, profumato di erbe alpine e neve. La produzione nelle nostre zone è discontinua, causa alcuni cambi repentini di temperatura. Il gusto è particolarmente dolce».

Mioranza è stato insignito delle due gocce anche per il suo miele di tarassaco, nato sui prati di Trichiana. «Una pianta a fiore nota ai più come “dente di leone”. Se ne producono piccole quantità, il profumo è intenso, ha una cristallizzazione immediata. Lo produco a Trichiana in quanto le mucche pascolano felici e concimano il terreno con ottimo letame».

Claudio Mioranza è anche consigliere di Apidolomiti. Inevitabile approfittarne per due parole sullo stato di salute del miele bellunese. «Innanzitutto, collegandomi ai premi bellunesi, sottolineo volentieri l’ottimo ritorno di immagine. Non è facile entrare in classifica, figurarsi portare a casa ben quattro secondi posti. Dobbiamo ringraziare le api, instancabili lavoratrici. Per il resto lo sappiamo, il clima ha fatto perdere parecchia produzione. Ma il miele resta di ottima qualità. Ora le api, conclusa a luglio la stagione produttiva, stanno bene. Anzi, sono impegnate nell’immagazzinare scorte di miele per trascorrere l’inverno, approfittando delle fioriture tardive dei prati e boschi». —
 

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