I frati francescani dicono addio a Cortina

CORTINA. I francescani lasciano la Madonna della Difesa, dove erano presenti dal 1941. E a rammaricarsi è la stessa diocesi di Belluno Feltre, con il vescovo Renato Marangoni, oltre alla parrocchia con il decano don Ivano Brambilla, e allo stesso Comune, col sindaco Gianpietro Ghedina.
La scelta della congregazione religiosa ha colto di sorpresa tutti, perché il legame con il santuario è storico, radicato, tanto che numerose famiglie ampezzane continuavano a celebrare in questa chiesa il funerale dei congiunti.
E ieri pomeriggio, quando il sindaco Ghedina e il parroco Brambilla sono andati a salutare gli ultimi due padri rimasti, frate Gabriele Cherubin, presente da 32 anni, è stato catturato dalla commozione.
La nota del vescovo Marangoni lascia trasparire lo sconcerto della comunità e della Chiesa di Belluno Feltre. In data 4 agosto – vi si legge – è giunta comunicazione al Vescovo di Belluno-Feltre – da parte del ministro provinciale della provincia di Santa Maria degli Angeli dell’Ordine dei frati minori, con sede a Cracovia (Polonia) – che il Congresso Postcapitolare di luglio 2020 aveva confermato le decisioni del capitolo provinciale 2020 circa la chiusura «della nostra presenza di Frati di Cracovia a Cortina d’Ampezzo».
Nella lettera è riportata questa motivazione: «A causa della mancanza di personale dei frati».
Il Provinciale ha ringraziato il vescovo Marangoni per la fiducia goduta in questi anni e ha ringraziato il parroco don Ivano Brambilla «per la gentilezza mostrata».
Immaginando quali potranno essere le reazioni, il vescovo chiede «di comprendere la loro decisione e garantendo la presenza fino al 30 agosto». Però aggiunge che «la decisione ha sorpreso la diocesi e la parrocchia, perché – pur avendo colto la difficoltà di cui sopra – si sperava che l’esplicita richiesta di una presenza “francescana” a Cortina d’Ampezzo potesse essere soddisfatta».
Una presenza, proprio quella dei francescani, che nel capoluogo delle Dolomiti era e avrebbe dovuto rimanere tutt’altro che simbolica. L’amarezza del vescovo ufficialmente non va oltre. Anzi, Marangoni aggiunge che «comunque c’è gratitudine da parte della diocesi e della parrocchia per la fraterna collaborazione pastorale, che si è sviluppata in questo tempo della loro presenza in Ampezzo».
E assicura, sempre il vescovo, che ora la parrocchia, insieme alla diocesi, garantirà l’apertura del Santuario della Madonna della Difesa, per favorire questo luogo di culto così caro a tutta la popolazione locale e di quanti tra i villeggianti amano frequentarlo.
Il santuario è di proprietà della parrocchia. Il convento è del Comune. Si tratta di un edificio storico, del ’700. Don Brambilla assicura che alla Difesa continueranno le principali celebrazioni, nella misura, però, della disponibilità di sacerdoti. Parrocchia e diocesi non hanno rinunciato alla presenza di una congregazione religiosa, ma è difficile che questo avvenga. Ecco, dunque, che l’amministrazione comunale è già all’opera per trovare una destinazione al convento.
«Intanto debbo confessare che l’annuncio dei frati francescani è stato come un fulmine a ciel sereno», afferma il sindaco Ghedina», il santuario appartiene alla nostra storia di fede e di cultura, diciamo pure di identità. Se dovessimo pertanto immaginare qualcosa di diverso per la sede conventuale non potremmo che associarlo alla vicina casa di riposo. Il progetto potrebbe dunque comprendere un centro diurno per anziani, un’area di servizi per gli ospiti dell’istituto, come pure la sede di associazioni, in modo da rianimare il borgo».
Nulla, dunque, che si sia sottratto allo scopo che l’ambiente ha avuto in tutti questi anni. Il sindaco ricorda le celebrazioni storiche in onore della Madonna della Difesa, onorate quasi tutti gli anni dalla presenza del vescovo, considerata appunto l’importanza religiosa di questo luogo di culto. Gli ampezzani vi portavano addirittura cani, gatti, ma anche conigli, uccelli, tartarughe, animali di diverse specie, alla benedizione impartita dai frati.
Come quella volta che il padre guardiano Edwin Kozicki ebbe a commentare: «È un bel momento, per ricordare che Dio non ha creato gli uomini per dominare, ma per servire. E per stare assieme: tutto il creato, non solo gli uomini, ma anche gli animali, devono vivere assieme. E poi gli animali ci danno tanto piacere».
I frati in partenza da Cortina si trasferiranno a Motta di Livenza, Napoli e Voghera. —
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