Grizzly chiude, saltano i viaggi

A Belluno è diventata G One mentre ad Agordo una filiale Pizzocco

BELLUNO. Grizzly è andata in letargo. L’insegna di una delle poche agenzie di viaggi nate e cresciute in provincia è spenta. Finito il neon a Belluno, Ponte nelle Alpi, Feltre e Pedavena. È tutto chiuso, anche nelle filiali fuori provincia, per esempio a Conegliano. Eppure è solo dello scorso mese di novembre la festa in birreria Pedavena per i trent’anni dell’azienda fondata e diretta dall’ex sindacalista della Cgil e operaio dell’Enel, Carlo Mezzomo. Circa trecento gli invitati. La chiusura definitiva degli uffici, come nel complesso dell’Arca di Ponte o il cambio di gestione, tipo a Belluno centro hanno provocato più di un contrattempo ai turisti, che avevano prenotato dei viaggi. Nel senso che non sono mai partiti e per ora non hanno ricevuto indietro i soldi che avevano versato come caparra. E anche negli ultimi giorni diverse telefonate sono arrivate alla G One di galleria Caffi. Parola delle operatrici, che prima lavoravano per Grizzly e adesso sono passate a questo nuovo marchio, gestito da alcuni vecchi soci, che si sono ultimamente staccati da Mezzomo. Sono tre, per essere più precisi.

È completamente cambiata anche l’insegna di Agordo, dove la Pizzocco di Santa Giustina ha aperto una sua nuova filiale, assumendo una delle dipendenti, che aveva in carico Grizzly. E a Feltre, in piazza Trento e Trieste, il telefono fa ascoltare un pezzo di musica salsa, che fa immediatamente venire in mente i Caraibi, prima che una voce metallica avverta che gli operatori sono tutti occupati. Ma in realtà, non ti rispondono mai. Clic.

Fuori provincia, la situazione è, più o meno, la stessa. Il caso di Conegliano è quello più significativo. Una coppia si era rivolta all’agenzia di fiducia di via Cavour, versando duemila euro di caparra per un viaggio che aveva sognato in Vietnam e Cambogia. Ma a tre settimane dalla data fissata per la partenza, le porte si sono chiuse e non si parte più. Niente vacanza e, almeno per adesso, non si parla nemmeno del rimborso della somma. Con le valigie ormai pronte e il fuso orario da smaltire mandato a memoria, i due hanno ricevuto una telefonata con la disdetta dei voli e dell’hotel. Si rimane a terra e, almeno per adesso, i soldi già versati non tornano indietro.

Non è solo un problema di viaggi cancellati, evidentemente, ma anche e soprattutto di occupazione.

Mentre per le ragazze che lavoravano nella sede è cambiato solo il modo di rispondere alle chiamate, altrove c’è chi ha perso il lavoro. Ed è stato licenziato, con la tradizionale lettera, nel mese di febbraio. Addirittura, a Ponte, il punto vendita era stato inaugurato ad agosto, nel mese deputato alle vacanze e ha avuto vita brevissima. Chiuso, c’è scritto sulla porta a vetri.

Gigi Sosso

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