Gli erbari di Cesare Lasen nel museo naturalistico

Ente Parco. In primavera l’inaugurazione nell’ex caserma di piazza Piloni In mostra le 20 mila piante raccolte, seccate e catalogate dallo studioso
Gianmario Dal Molin della Famiglia Feltrina premia Cesare Lasen
Gianmario Dal Molin della Famiglia Feltrina premia Cesare Lasen

BELLUNO. Il museo naturalistico della provincia di Belluno sarà inaugurato in primavera, entro la fine di maggio. I lavori di restauro dell’ala sud dell’ex caserma dei vigili del fuoco di Belluno, costati 470 mila euro, sono quasi terminati e pronti, quindi, a diventare uno dei punti di riferimento per gli amanti e gli appassionati della flora delle Dolomiti bellunesi e feltrine.

La grande attrazione del museo saranno gli erbari donati da Cesare Lasen alla Fondazione Cariverona, circa 20 mila piante raccolte, seccate e catalogate: «Abbiamo avuto anche dei contatti con il Comune di Belluno per vedere di ospitare altri erbari a disposizione di Palazzo Rosso», spiega il direttore del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, Antonio Andrich, «ma l’aspetto principale sarà senza ombra di dubbio la collezione di Cesare Lasen, che dovremmo avere in comodato d’uso dalla Fondazione Cariverona. Parliamo di una collezione importante, composta da circa 20 mila piante raccolte, seccate e schedate. Piante che raccontano la storia della flora sulle Dolomiti».

La collezione Lasen troverà posto nel museo il prossimo anno, ma «i lavori dovrebbero chiudersi nel giro di un paio di mesi», prosegue Andrich. «A maggio il museo avrà tutti gli arredi e gli allestimenti interattivi, che daranno ai visitatori tutte le informazioni possibili sul Parco e sulla sua vegetazione».

Già, perché il museo sarà dedicato a temi legati alla botanica: «Gli spazi museali non sono grandi, quindi abbiamo dovuto operare una scelta, concentrandoci su un unico tema».

Troveranno quindi spazio i vari armadi contenenti gli erbari e un pannello interattivo che darà tutte le informazioni possibili sul territorio del Parco (percorsi, luoghi da visitare, strutture legate all’area protetta e bar e ristoranti in grado di offrire i prodotti legati alla Carta qualità) e sugli aspetti legati alla vegetazione e alla botanica; questo menù sarà differenziato a seconda dell’età dell’utente in cerca di notizie. «Ci saranno anche dei monitor», aggiunge Andrich, «dove saranno inserite tutte le informazioni contenute sul nostro sito internet, le nostre pubblicazioni, la banca dati sulla vegetazione dolomitica e le schede delle 20 mila piante contenute negli erbari di Cesare Lasen».

In trepida attesa anche il presidente del Parco, Benedetto Fiori: «Aspettiamo con ansia la fine dei lavori, per capire realmente cosa potremo ospitare in questo spazio. Si tratta di un passaggio importante per l’ente da me diretto, visto che questo sarà il primo museo naturalistico del Parco».

Come gestirlo? «L’obiettivo è l’economizzazione dei costi. Incontreremo Palazzo Rosso per capire se, una volta aperto il museo a palazzo Fulcis, potremo dare vita a gestione associata dei musei, anche perché l’idea di fondo sarebbe la messa in rete dei vari musei del capoluogo. Andare avanti ognuno per la propria strada, sarebbe un vero suicidio».

Francesco Saltini

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi