Giudice di pace unificato ma il personale scarseggia

BELLUNO. Sommersi dalle pratiche, ma il personale si riduce. E in molti prevedono il caos. Giorni difficili per chi opera nella sede centrale del giudice di pace di Belluno: da oggi, infatti, vista la chiusura dei distaccamenti di Feltre, Pieve di Cadore, Agordo e Cortina, tutte le pratiche aperte saranno convogliate nel capoluogo. E a gestire il tutto saranno soltanto sei degli undici addetti: cinque impiegati, infatti, sono stati dislocati in procura e in tribunale.
Manca personale. Fino a ieri i dipendenti che lavoravano negli uffici territoriali del giudice di pace erano 11 (anche se la pianta organica ne prevederebbe 13), otto ministeriali e tre comandati (personale distaccato dai Comuni). Cinque di loro sono già stati dislocati in altre sedi: chi in procura e chi in tribunale. In poche parole, il lavoro per la sede di Belluno aumenterà a vista d’occhio, ma i dipendenti resteranno sei. «Li abbiamo persi tutti», esclama il coordinatore dei giudici di pace, Luigi Cavalet.
Ora si attende che il ministero definisca la nuova pianta organica: «Ma ancora non si sa nulla», precisa la funzionaria dell’ufficio di Belluno, Luisa De Vallier. E la sensazione è che si dovrà attendere ancora parecchio.
Nel frattempo una cosa è chiara: tutte le pratiche bellunesi dovranno essere gestite da soli sei dipendenti. Una situazione che, soprattutto nel primo periodo, rischia di mettere in seria difficoltà l’attività dell’ufficio: «Ci vorrà del tempo per assorbire tutti i fascicoli», dice De Vallier, che poi ipotizza: «Solo in autunno potremo essere a pieno regime. Se prima facevamo un’udienza penale a settimana, ora in calendario ne abbiamo anche tre. Servirà tempo per tornare alla normalità».
Spazi unificati. Il Comune di Cortina si è impegnato a portare i fascicoli suoi e parte di quelli di Pieve di Cadore a Belluno nei prossimi giorni; Palazzo Rosso farà altrettanto per quelli di Feltre. La stessa amministrazione del capoluogo si è impegnata a trovare una nuova sistemazione: «In un primo momento era stato ipotizzato uno spazio alla caserma Tasso, poi in via Psaro, ma il sindaco Massaro non è ancora certo, anche perché non ci sono soldi e noi siamo in difficoltà», precisa Cavalet che sottolinea come la sede attuale sia stata in parte dichiarata inagibile: «Non vorrei che il problema fosse sottovalutato. Nel frattempo ci toccherà tenere i fascicoli delle pratiche correnti negli uffici del capoluogo, mentre gli archivi resteranno nelle sedi “vecchie”». Sedi che rientreranno nella disponibilità dei Comuni o degli altri enti proprietari.
Probabili disagi. Sono giorni intensi: al trasloco dei fascioli, infatti, si aggiunge la necessità di trasferire i dati delle pratiche su supporto informatico e non è cosa da poco. «Per questo motivo non è escluso che ci saranno dei tempi lunghi e qualche disguido», fanno sapere dagli uffici, con i dipendenti che chiedono un po’ di pazienza da parte degli utenti.
L’unica sede che rimarrà ancora attiva sarà quella di Feltre, ma solo per le udienze fino alla fine di luglio e solo con il giudice Darugna. Per il resto, da oggi la discussione delle pratiche e gli adempimenti dei cittadini e degli avvocati dovranno avvenire a Belluno, in via Vittorio Veneto, sopra il supermercato Super W.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi