Giovanni e una vita in salita «Se sono qui lo devo al Ceis»

BELLUNO . Non esiste un tunnel senza uscita. Lo sa bene Giovanni Tessarolo, salito alla ribalta della cronaca per il suo risarcimento economico e morale verso alcune delle vittime dei furti che aveva...
BELLUNO . Non esiste un tunnel senza uscita. Lo sa bene Giovanni Tessarolo, salito alla ribalta della cronaca per il suo risarcimento economico e morale verso alcune delle vittime dei furti che aveva compiuto in gioventù durante una fase difficile della sua vita.


«All’epoca molti ragazzi della mia generazione hanno commesso errori enormi e tanti, troppi, li hanno pagati con la vita», ricorda Tessarolo. «Nella Bassano di quegli anni facevamo furti di ogni tipo per pagarci la dose di eroina, quasi tutti gli amici che avevo all’epoca non sono usciti vivi da quegli anni, io ho capito che se volevo avere una possibilità di invecchiare dovevo entrare in comunità ed è così che sono arrivato a Belluno».


Dopo essere uscito dalla dipendenza Giovanni ha lavorato per dodici anni al fianco degli operatori del Ceis di Belluno per aiutare altri ragazzi ad uscire dallo stesso incubo: «Sono stati anni di successi e di insuccessi», ricorda Giovanni, «quello che mi preoccupa è che oggi, con le nuove droghe in circolazione, chi arriva in comunità presenta dei problemi spesso più gravi rispetto ad un semplice tossicodipendente perché entrano in gioco problemi psichici e altre complicazioni».


Fino ad oggi l’unico desiderio di Giovanni era veder ripulito il proprio certificato penale che pesava come un macigno sulla sua coscienza e sulla sua attività lavorativa. «Con il mio avvocato abbiamo cercato gli indirizzi delle persone indicate dal tribunale per poter risarcire i danni, una procedura lunga anche perché il derubato ricorda i fatti, il ladro, specie se seriale, non ricorda nulla. Penso che storie come quella mia e di Lorenzo Alberton possano dare speranza a chi oggi ha problemi e spingere a capire che un errore non fa finire la vita e che è sempre possibile uscirne».


Oggi Tessarolo spera di poter usare questa sua nuova vita per candidarsi con il Movimento 5 Stelle di cui condivide la linea a livello locale più che nazionale: «Essendo stato condannato non ho potuto candidarmi alle amministrative, magari la prossima volta potrò dare una mano anch’io seguendo l’esempio di Federico Pizzarotti che stimo e di cui sono amico da diversi anni».
(f.r.)


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