Giovani dentisti, cala l’occupazione del 7%

Bassi anche gli stipendi per chi comincia la professione, tra gli 800 (per le donne) e i mille euro

BELLUNO. La crisi si abbatte sui giovani dentisti bellunesi che vedono scendere di 7 punti percentuali il tasso di occupazione. E a un anno dalla laurea un dentista guadagna mediamente 1058 euro al mese. Cifra che scende a 876 euro per le donne. A rilevarlo è l’indagine condotta da Eures in collaborazione con Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri).

«Il primo elemento di osservazione riguarda le recenti tendenze del mercato, che confermano il difficoltoso quadro occupazionale prodotto dalla crisi» spiega il presidente di Andi (associazione nazionale dentisti italiani) Belluno, Gabriele Arrigoni. «Con riferimento ai laureati ad un anno dal conseguimento del titolo, infatti, si osserva un calo del tasso di occupazione che passa dal 70,3% del 2009 al 63,1% del 2013 evidenziando un’accresciuta difficoltà del sistema di assorbire l’offerta di odontoiatri presenti in Italia».

La retribuzione media dei laureati in odontoiatria ad un anno dal conseguimento del titolo è pari a 1.058 euro mensili, registrando un guadagno netto inferiore rispetto a quello dei medici (1.301 euro).

Le donne registrano condizioni di lavoro peggiori, considerando che il compenso medio è pari a 876 euro contro i 1.176 euro registrato dai colleghi uomini (il 34,2% in più). Nel 2013 le retribuzioni reali dei laureati in odontoiatria ad un anno dalla laurea sono diminuite del 7,1% rispetto a quelle dei colleghi laureatisi nel 2008 (1.139 secondo la rilevazione del 2009), registrando il valore minimo degli ultimi 5 anni. «Il quadro che ne emerge – spiega il presidente di Andi Veneto, Luca dal Carlo – desta particolare preoccupazione per una professione particolarmente costosa, considerando che il reddito netto rappresenta il 35% dei compensi, ed anche per le migliaia di assistenti alla poltrona che trovano occupazione presso gli studi odontoiatrici. Più in generale, le aspettative dei giovani che studiano odontoiatria si confermano superiori alle reali opportunità».

La crisi ha ridotto gli investimenti di cittadini per le cure dentali, incrementando il divario fra necessità terapeutiche e potere di acquisto (secondo i dati Istat, il 14% delle persone con più di 14 anni ha rinunciato alle cure dentali nell'ultimo anno pur avendone bisogno e, di questi, l'85% spinto da motivi economici). Sempre secondo l'Istat, nel 2013 la spesa media mensile per famiglia è stata di 2.359 euro (-2,5% rispetto all'anno precedente) con significative differenze per zone geografiche. «Mentre la spesa per alimentari è rimasta  stabile, le spese dedicate a visite mediche rientrano tra le tre voci di spesa più difficili da affrontare e gestire. Lo conferma il fatto che, se la riduzione della spesa sanitaria è stata inferiore di quella di altri ambiti, ciò è dovuto al calo poco significativo dei farmaci; la spesa per visite mediche rientrano quindi nella sfera dei consumi ritenuti meno prioritari».

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