Geriatria e Medicina organizzati per intensità di cura

BELLUNO. È partita il primo maggio la riorganizzazione dei servizi dell’area medica nell’ospedale San Martino. «Si tratta di un’operazione molto importante», dice il direttore sanitario dell’Usl 1, Giovanni Pittoni, «che non va ad intaccare i reparti che la compongono, ma che è funzionale all’intensità di cura a cui sottoporre un paziente».

Tra il terzo e il quarto piano del San Martino, quindi, da qualche giorno i pazienti vengono trattati in modo diverso, seguendo un codice di triage che registra l’intensità delle cure. «Unendo i reparti di Medicina e Geriatria con la Lungodegenza, abbiamo a disposizione 41 posti per pazienti con un’alta intensità di cura (cioè con patologie croniche e acute abbastanza gravi) e 18 posti per la medio-bassa intensità (con patologie croniche che un tempo si potevano curare in Lungodegenza)», precisa il direttore dell’area medica dell’Usl e della Medicina di Agordo, Massimiliano Mosca. «Per i pazienti non cambierà nulla, perché continueranno a essere ricoverati nei vari reparti, ma a essere modificato è il modo di curarli. I medici dei vari reparti coinvolti nelle terapie, infatti, discuteranno tra loro la cura migliore, mentre il tempo che gli infermieri dedicheranno ai pazienti cambierà in base all’intensità di cura. Lo scopo è accompagnare il paziente, anche con l’aiuto dei familiari, verso il ritorno a casa».

I pazienti verranno valutati in base ai parametri vitali, e alla stabilità clinica e alla complessità assistenziale, oltre che all’età. Importante sarà la figura del case manager, l’infermiere deputato a intercettare i bisogni assistenziali del paziente.

«Questo sistema, già attuato a Feltre», spiega ancora Pittoni, «tiene conto del fatto che i pazienti soffrono di diverse patologie croniche e di tanti problemi acuti che trovano risposta solo nella messa a servizio di un insieme di competenze specialistiche. Un sistema per sopperire alla carenza di personale infermieristico, oltre che medico, perché mette insieme le varie competenze per aree».

In questo caso i tre ospedali di Belluno, Agordo e Pieve sono considerati come una sola struttura: a Belluno, in quanto hub, saranno gestiti i casi di alta intensità, mentre nelle altre strutture si potranno trattare le medio-basse. Il personale verrà fatto ruotare per consentire l’acquisto di particolari competenze tra tutti. —

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