Furto degli alberi comunali ma il processo non parte mai

BELLUNO. Duecento alberi aspettano giustizia. Non parte il processo ai tre imputati di furto aggravato delle piante di proprietà del Comune e danneggiamento. L’udienza di ieri è saltata per l’indispos...

BELLUNO. Duecento alberi aspettano giustizia. Non parte il processo ai tre imputati di furto aggravato delle piante di proprietà del Comune e danneggiamento. L’udienza di ieri è saltata per l’indisposizione di uno degli avvocati della difesa, che ha allegato un certificato medico sia per il giudice Elisabetta Scolozzi che per il pubblico ministero Maria Luisa Pesco. E così il legale di parte civile Paolo Vignola ha dovuto ripiegare la toga: se ne riparlerà venerdì 22, salvo complicazioni, e sarà ancora una filtro, come avviene dal luglio dell’anno scorso.

I fatti sono delle primavera 2012. Da un bosco di Posta Scanobe, nella frazione di Castion, spariscono circa 200 alberi: frassini, carpini, querce altre qualità. Le piante vengono tagliate in modo «indiscriminato e massiccio», secondo la delibera del Comune di Belluno. Dal bosco vengono sottratti circa 11 metri cubi di legname da lavoro e 141 quintali di legna da ardere per un danno quantificato con precisione grazie al listino della Camera di Commercio e alle tabelle dell’Ufficio tecnico erariale in circa 2 mila euro.

A farne le spese sono alcuni proprietari privati del terreno ma soprattutto il Comune di Belluno, che detiene la maggior parte del fondo. Dopo la scoperta dell’ammanco, sono scattate le indagini della Forestale, che accertano come il taglio di alberi fosse avvenuto senza le necessarie autorizzazioni amministrative e senza chiedere il consenso ai proprietari. Si tratta di 236 piante in totale, delle quali 207 erano di proprietà comunale.

Da qui le due accuse di furto aggravato e danneggiamento a carico di tre persone. (g.s.)

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