Feltre, rischia la vita per l’infuso con kava-kava

FELTRE. Era a un passo dal trapianto del fegato per aver assunto ripetutamente un infuso d’erbe con estratti di kava-kava, una pianta officinale originaria del Pacifico la cui commercializzazione in Italia e in altro Paesi dell’Unione europea è stata “bandita” dal 2002. A scoprirlo è stata la dottoressa del centro trapianti di Padova dove la donna di Feltre era stata trasferita per l’intervento salvavita: la specialista si è fatta portare le bustine di infuso dai parenti e le ha fatte analizzare, trovando la causa della sindrome che poteva costare la vita alla donna.
Gli effetti tossici di quella che, inconsapevolmente, era assunta come una tisana rilassante, si sono manifestati in maniera acuta. La donna, una feltrina sessantenne, si è presentata all’ospedale circa un mese fa perché stava malissimo. Ed è stata subito ricoverata. L’ipotesi iniziale, quando la donna è entrata in ospedale, è che si fosse potuto trattare di un fatto acuto al fegato.
Sono iniziati gli esami per escludere la presenza di malattie infettive, tipo epatiti o tossinfezioni o altro ancora. Non è emerso però nulla che potesse giustificare un andamento tumultuoso che ha messo a rischio la vita della paziente.
La situazione è apparsa talmente grave da spingere i sanitari a ipotizzare la necessità di un trapianto salvavita al fegato. Così da Feltre la donna è stata trasferita a Padova, al centro trapianti, dove una dottoressa è andata molto a fondo nell’anamnesi. Fino a quando, dalle domande e dalle risposte della paziente, ha capito che doveva esserci una relazione tra l’andamento della sindrome e qualche sostanza assunta dalla donna.
Già era stato posto il sospetto da parte dei colleghi di Feltre. E così, anche su questi indizi e indicazioni, la specialista si è fatta portare dai parenti le bustine dell’infuso e le ha fatte analizzare a Medicina legale. Dove è stata scoperta la presenza nell’infuso della kava kava.
Trovata la causa tossica, già a Padova si è provveduto alla disintossicazione che ha favorito la rigenerazione del fegato. La paziente è tornata quindi nei reparti di Medicina di Feltre da dove è stata dimessa qualche giorno fa, in buone condizioni di salute.
Ordinare kava-kava è un gioco da ragazzi. Basta cliccare al computer e avere una carta di credito. Ma sono stati documentati dalla letteratura scientifica, a determinate concentrazioni, effetti collaterali gravi a carico del fegato, con una serie di decessi che si sono verificati soprattutto in Germania agli inizi del Duemila.
Al punto che il ministero della Sanità ha vietato già nel 2002 la commercializzazione di prodotti omeopatici a base di kava kava con diluizioni inferiori a 5 CH.
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