Branco di lupi alle porte di Feltre. Uccisa un’asina tra Foen e Boscariz
Predatori in azione a pochi passi da una abitazione. La settimana precedente un attacco a Cart con tre pecore morte e due pastori maremmani feriti

L’ultima vittima è l’asina Ombretta, uccisa pochi giorni fa nel recinto a due passi dall’abitazione della famiglia Tavernaro e a poche decine di metri dal polo scolastico del Boscariz. Si è salvata l’altra asina, Berta, che è riuscita a fuggire e poi è stata recuperata vicino al campo sportivo di Foen dalla moglie di Alfonso Scopel.
C’è preoccupazione tra i residenti della zona per il branco di lupi che continua a scorrazzare indisturbato per le campagne del Feltrino, spostandosi e facendo vittime tra gli animali di affezione dei residenti che non sanno più come proteggerli se non tenendoli chiusi nelle stalle.
«Ma che senso ha tenere un animale in questo modo», si domanda la signora Tavernaro, mentre dà a Berta una mezza mela da sgranocchiare sotto i denti. E se lo chiedono altri residenti nella zona, gettonata per il tanto verde che la circonda, ma che allo stesso tempo diventa terreno di caccia per il branco di lupi, forse addirittura lo stesso che nei mesi scorsi ha imperversato nella zona della Valle di Seren e Rasai. Spesso troppo vicini alle case, alle zone abitate.
Difficile capire se si tratti di un solo branco o se ce siano di più. Il lupo è veloce negli spostamenti, ma ha una buona memoria. Dove sa di potere trovare prede da cacciare può tornare, anche a distanza di tempo. Di sicuro c’era quello composto da sette esemplari che ha fatto tanti danni nei mesi scorsi nella zona di Seren del Grappa e Rasai, poi uno è stato investito nella zona delle Montegge e sono rimasti sei.
A inizio mese c’è stato un avvistamento di lupi nella zona Murle di Pedavena, proprio lungo la strada che collega la frazione a Foen. Poi la segnalazione relativa a una decina di giorni fa con un attacco nella zona di Cart dove sono state uccise tre pecore e dove è stata ingaggiata una battaglia con due pastori maremmani che hanno riportato delle ferite.
Anche nel caso dell’asina Ombretta si è seguita la procedura prevista con l’arrivo del veterinario dell’Ulss e della polizia provinciale per redigere l’ennesimo, inutile, verbale. Ad accorgersi dello scempio è stato il figlio che ogni giorno di primo mattino, va al recinto per vedere la situazione. «Erano davvero affamati», afferma la signora Tavernaro. «Io non l’ho vista ma mi è stato detto che hanno lasciato solo la carcassa. Per fortuna l’altra asina ha trovato il modo di fuggire, altrimenti avrebbe fatto la stessa fine».
In una zona molto frequentata da chi fa jogging o semplici passeggiate, sono proprio i residenti a essersi fatti più guardinghi: «Io uscivo sempre prestissimo con i cani», dice la moglie di Alfonso Scopel, «ma con quello che sta succedendo non lo faccio più. Troppo pericoloso. Lo scorso ottobre ho subito un attacco al recinto qui a Foen dove tenevo alcune pecore e ne hanno uccise tre. Non si può andare avanti così».
Di animali ne ha già perduti altri, sia in prossimità dell’abitazione sia in Valle di Seren dove ha un terreno: «Lì non ne teniamo più. È un peccato perché con quelle pecore tenevamo in ordine e pulito anche il prato. Bastava andare lì una volta ogni due giorni a verificare che avessero l’acqua necessaria e tutto filava liscio. Dopo che i lupi le hanno uccise abbiamo detto basta. Qualcuno dovrebbe riflettere sui motivi che hanno portato la situazione a questo punto e prendere provvedimenti».
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