Febbre da gioco: la mappa delle slot machine in provincia di Belluno

BELLUNO. Bar, edicole, perfino alberghi. Non occorre andare a cercare una sala appositamente dedicata alle slot machine per poter giocare con le “macchinette”. Gli esercizi che si occupano esclusivamente di videolottery sono appena una decina in tutta la provincia di Belluno mentre quelli autorizzati ad ospitarli sono molti di più: 433, secondo i dati riportati dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli per l'anno 2015 ed elaborati dal Corriere delle Alpi in collaborazione con Dataninja, network italiano di data journalism. A conti fatti significa che c'è un locale autorizzato ad ospitare slot machine ogni 464 abitanti.
Con una media di 21 autorizzazioni ogni 10 mila bellunesi la provincia rischia di raggiungere il primato di regioni come Sardegna e Molise, dove le autorizzazioni sono 22 ogni 10 mila abitanti, superando anche il vicino Friuli-Venezia Giulia, quarto in Italia. Anche il confronto tra capoluoghi di provincia rivela una più alta concentrazione di slot rispetto ai nostri vicini: a Belluno si conta un locale autorizzato ogni 503 abitanti, a Trento la proporzione scende (1/662) come anche a Udine (1/617), Pordenone (1/549) e Gorizia (1/566). Più grande è il denominatore, più scende la densità di autorizzazioni in relazione al territorio, e di conseguenza diminuiscono le possibilità di “incontrare” un locale dotato di videolottery o newslot nelle vicinanze.
Rispetto al capoluogo, che ovviamente concentra il maggior numero di autorizzazioni della provincia ma conta anche il maggior numero di abitanti, sono i centri più piccoli ad avere la maggiore densità di locali con slot in rapporto alla popolazione. Bastano un paio di bar, edicole o alberghi in un centro piccolo come Perarolo per far schizzare il rapporto a 1/190, a poca distanza da San Nicolò Comelico (1/199) e Vodo di Cadore (1/215). La classifica dei primi dieci Comuni per densità di autorizzazioni comprende anche Cencenighe, Lentiai, Calalzo, Livinallongo, Comelico, Santo Stefano e Ospitale dove l'unico locale autorizzato a detenere le macchinette serve i 295 abitanti del Comune. A Taibon e Sappada succede l'opposto: c'è anche in questo caso un solo locale ma si trova in Comuni decisamente più grandi (la popolazione di Taibon è, secondo l'ultima rilevazione Istat, di 1770 persone, a Sappada gli abitanti sono 1324). Una proporzione che fa sì che siano i Comuni più virtuosi di tutta la provincia. La mappa interattiva consente di vedere con un'unica occhiata questa distribuzione: i Comuni dove la concentrazione di autorizzazioni è più alta sono colorati più intensamente rispetto a quelli dove è più bassa. Passando con il mouse sopra il Comune, o cliccandoci sopra, compare il dato preciso relativo al numero di slot e alla densità per abitante. Ci sono anche alcuni centri dove le slot semplicemente non esistono. Sono i Comuni “slot free”, che abbiamo lasciato in bianco: è questa la realtà di Borca di Cadore, Chies d'Alpago, Colle Santa Lucia, San Gregorio nelle Alpi, San Tomaso Agordino, Vallada Agordina, Vigo di Cadore e Zoppè di Cadore.
I grandi centri si avvicinano di più alla media provinciale: Belluno, un locale ogni 503 abitanti, è più virtuosa di Ponte nelle Alpi, dove il rapporto scende a 1/366. Feltre e Sedico (rispettivamente 1/405 e 1/455) sono in una posizione intermedia. Eppure Belluno, Feltre e Ponte nelle Alpi sono i Comuni che, da soli, concentrano quasi un terzo delle autorizzazioni, 145 sulle 433 totali della provincia. Come si può vedere dal grafico interattivo sono ai primi posti della “classifica” per numero assoluto di locali autorizzati ma se ribalta la prospettiva il quadro cambia: Belluno viene superato da Lentiai, Quero Vas e Fonzaso, dove la concentrazione di autorizzazioni per abitante è più alta.
Incrociare sul proprio cammino un locale dotato di videolottery, insomma, è piuttosto facile. Nel Bellunese la grande maggioranza di dispositivi si concentra nei bar (83%) e in misura minore nelle rivendite tabacchi (7%). Trovare un esercizio dedicato solo alle slot machine potrebbe non essere semplice: ce ne sono appena 11 in tutta la provincia contro i 361 bar autorizzati a detenerle. I casi di alberghi o ristoranti che hanno scelto di ospitare slot sono più rari, stesso discorso per le edicole.
Il quadro, tuttavia, potrebbe cambiare. Non solo per la propensione al gioco degli italiani – secondo il Libro blu dell'Agenzia dei monopoli nel 2014 le scommesse si sono ridotte di circa 200 milioni rispetto all'anno precedente) ma anche per una sempre più diffusa sensibilità degli esercenti. I dati elaborati dal Corriere delle Alpi sono relativi alle autorizzazioni richieste all'Agenzia delle dogane e dei monopoli per il 2015 ma non tengono conto delle scelte individuali dei gestori che possono decidere, ad esempio, di non installare le slot anche se potrebbero farlo, oppure di installarne una al posto di tre. C'è anche chi ha deciso di dire basta per il bene dei suoi clienti. Pochi giorni fa Maila Malagò, titolare del Sunrise di Busche, ha disattivato le macchinette. Il suo bar compare ancora nell'elenco dell'Agenzia e abbiamo deciso di non modificare il database di partenza che offre comunque una fotografia di quello che, a livello burocratico, è stato il 2015. Ma il confronto con la realtà offre anche qualche segnale di speranza per il futuro.
Elaborazioni grafiche a cura di Valentina Voi
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