Falcade e Rocca Pietore dicono no ai mini alloggi

I sindaci Costa e De Bernardin appoggiano il ricorso di Colle Santa Lucia «Vogliamo impedire allo Stato di metter mano nei nostri regolamenti»
Di Francesco Dal Mas

FALCADE. Tutti d’accordo con Colle Santa Lucia. Da Cortina a Falcade, da Rocca Pietore a Zoldo Alto. Basta con gli “alveari umani” ai piedi delle Dolomiti. Non ci deve essere più spazio per i mini- alloggi, quelli, per intenderci, da 28 metri quadri, come prevede la legge quale misura minima.

L’amministrazione comunale di Colle Santa Lucia ha fatto ricorso al Consiglio di Stato (udienza a maggio) contro la sentenza del Tar di Venezia che autorizza la società Savim srl di costruire nel suo territorio 3 palazzi da 6 appartamenti ciascuno; con la metratura di 80 mq prevista a Colle, invece, gli alloggi si ridurrebbero circa alla metà.

«Appoggiamo il ricorso del comune ladino», fa sapere Michele Costa, sindaco di Falcade, «perché vogliamo impedire allo Stato di metter mano, con la sua legge sui 28 metri quadri come limite per un alloggio, nei nostri piani regolatori, sulle delibere ed i regolamenti. Se decidiamo che una casa non deve essere inferiore agli 80 mq, lo facciamo a ragion veduta; perché, invece, Roma deve imporci le sue metrature, quelle che possono andar bene nella capitale come nella più lontana periferia? Noi che cosa ci stiamo a fare?».

Analoghe le considerazioni di Andrea De Bernardin, sindaco di Rocca Pietore, per il quale il ricorso «è di principio», non contro lo sviluppo residenziale dei nostri paesi e, quindi, le nostre imprese. «Gli appartamenti troppo piccoli non migliorano, ma aggravano la qualità della vita di chi li abita. Noi vorremmo anche migliorare il tenore dei nostri villeggianti; tenore che passa anche per alloggi che non siano degli alveari». E, soprattutto, sia Costa che De Bernardin sostengono che gli 80 mq piuttosto che i 28 disincentivano la speculazione edilizia che ha cementificato, negli anni ’70, ’80 e ’90, le valli dolomitiche.

Colle Santa Lucia ha deciso una risposta così dura quale il ricorso al Consiglio di Stato perché la Savim è titolare del’ultima area disponibile per nuova residenzialità. «Noi, a Falcade, abbiamo ancora una larga disponibilità di aree», conferma il sindaco «e, pertanto, siamo preoccupati di programmare una residenzialità compatibile. Che non vuol dire necessariamente 80 mq ad alloggio come limite minimo. Non vogliamo una regola fissa, ma pretendiamo che non sia Roma a decidere che cosa dobbiamo deliberare».

Per il sindaco di Falcade, insomma, ogni ente locale deve avere l’autonomia di fare le proprie scelte. Spiega Costa: non vorremmo nemmeno trovarci un giorno con una somma di alloggi invenduti perché abbiamo imposto vincoli non convenienti.

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