Erostrato, trovata una preghiera satanica con simboli e demoni

CESIOMAGGIORE. La preghiera satanica a casa. Un testo in latino, decorato con stelle a cinque punte rovesciate e nomi di demoni, è stato trovato nell’abitazione della famiglia Aquini, a Cesiomaggiore. È l’ultima novità emersa dall’inventario del materiale sequestrato nell’abitazione di via Roma dai carabinieri della Compagnia di Feltre, ai primi del mese. Il quadro indiziario su Nemesio e Samuele, padre e figlio (73 e 32 anni), indagati dalla procura della Repubblica per il caso Erostrato, si sta man mano completando. E non esclude nemmeno la donna di casa Fiorella Vescovo, che risulta a sua volta iscritta, ma potrebbe aver avuto un ruolo marginale: in questo caso si parlerebbe soltanto di favoreggiamento e non delle ipotesi di reato più gravi di procurato allarme per le lettere con la polverina, danneggiamento aggravato tramite incendio per scritte e roghi e tentata estorsione per il sacchetto di caramelle con gli spilli nel cortile dell’asilo.
Lettere di mitomani. Erostrato non scrive più dal 22 gennaio, ma c’è qualcuno che si sta candidando a prendere il suo posto. Ieri mattina due missive anonime sono arrivate in procura: la calligrafia è simile a quella runica usata nelle lettere indirizzate al sindaco cesiolino Carlo Zanella, alla scuola del paese e al nostro giornale e il colore è il rosso, ma il messaggio è un invito a cambiare obiettivo, perché gli indagati attuali non c’entrano niente: «Le indagini stanno andando avanti e prevedono tutte le cautele del caso, anche a tutela delle persone indagate», osserva il procuratore Paolo Luca, «stiamo facendo gli accertamenti necessari: ci sono degli indizi e posso confermare che le indagini sono partite dalla biblioteca del paese, ma adesso aspettiamo delle risposte dalla perizia calligrafica e da quella informatica. Saranno indispensabili dei riscontri, nel frattempo i due hanno chiesto di essere sentiti e lo faremo».
L’ipotesi più accreditata. Nemesio e Samuele Aquini sono indagati, non ancora imputati, e potrebbero anche essere innocenti o non imputabili, questo lo deciderà un’eventuale perizia psichiatrica. La sensazione prevalente è che sia il padre ad avere un ruolo dominante nella vicenda: tra i suoi interessi il nazismo e la chimica. Nel colloquio di lunedì pomeriggio, sulle scale della palazzina in cui abita, non ha nascosto di avere in casa volumi di Adolf Hitler e di Julius Evola e di aver studiato chimica, ai tempi della scuola. «Non è un reato», dice anche giustamente lui, «la procura non ha niente in mano», aggiunge, ma gli investigatori sono convinti di essere sulla pista buona. Il figlio è sospettato di essere stato l’esecutore del disegno di un padre, che con la sua statura non può essere arrivato all’altezza di certe scritte, tipo quelle sulle chiesette di Sant’Agapito e Calliol, se non con una scala. E non sono luoghi facilmente raggiungibili, nemmeno da parte di chi ama fare lunghe passeggiate in montagna».
Il lavoro dei carabinieri. Coordinati dal Comando provinciale, i carabinieri della Compagnia di Feltre hanno lavorato con la massima discrezione. Tenendo conto anche del fatto che l’abitazione è in una zona centralissima del paese, hanno fatto la perquisizione in abiti civili e utilizzando un’auto civetta: «Le indagini sono state attente e accurate», sottolinea il colonnello Giorgio Sulpizi, «siamo partiti abbastanza da lontano e, nel corso delle settimane, siamo arrivati a escludere gran parte delle persone che avevamo attenzionato inizialmente. È vero che abbiamo preso il via dagli accertamenti in biblioteca, ma questo è stato solo il primo passo. Con tutta la prudenza del caso, pensiamo di essere sulla pista giusta. Aspettiamo le perizie».
I prossimi sviluppi. Gli indagati hanno chiesto di essere interrogati e questo succederà già nei prossimi giorni. Chiariranno la loro posizione e dovranno spiegare diverse cose alla magistratura che si è concentrata su di loro. Intanto, hanno respinto tutti gli addebiti, ma un conto è farlo con il giornalista scelto come destinatario delle lettere e un altro con il pubblico ministero titolare del fascicolo. Lo stesso che ha commissionato le perizie e le avrà sul suo tavolo tra un paio di mesi.
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