Ecodolomiti, impianti a biomasse dal Bellunese fino a Pordenone

L’azienda di Giorgio Farenzena è partita venti anni fa: «Con Vaia tanto lavoro ma poco guadagno» 

Stefano Vietina / belluno

«La tempesta Vaia per noi ha significato tantissimo lavoro, il raddoppio dei volumi, ma con un minore guadagno, perché è stato molto più difficile portare il legno fuori dal bosco. Ed inoltre ci presenta un futuro incerto».

Giorgio Farenzena è l’amministratore delegato, nonché titolare, di Ecodolomiti, con sede ad Agordo e piattaforma operativa a Gron di Sospirolo.

Si tratta di una società che opera nel campo della fornitura, consulenza e contracting per quanto attiene alla progettazione ed ai servizi collegati alle energie rinnovabili.

«L’esperienza che abbiamo maturato nei vari ambiti – spiega Farenzena – ed uno staff che contempla figure professionali trasversali e tecnici di settore, ci permettono di offrire un servizio chiavi in mano, che va dalla consulenza in materia agricolo-forestale alla progettazione ed installazione di impianti termici a combustibile rinnovabile, alla fornitura di energia ottenuta da fonti rinnovabili».

Ecodolomiti gestisce dunque tutta la filiera dei servizi e della progettazione nell’ambito di impianti a base di combustibile cippato, valutando anche lo studio di fattibilità dei progetti di impiantistica e vendendo legna, cippato e pellet.

«La nostra politica aziendale è particolarmente sensibile alle azioni ad impatto zero ed all’eco-compatibilità; e, grazie alla gestione completa della filiera del legno ed alle certificazioni ambientali che abbiamo acquisito negli anni, garantiamo un servizio autenticamente green, che tiene conto di una selezione rigorosa di materiali».

Quando siete partiti?

«Venti anni fa e siamo stati fra i primi. Si avvertiva l’esigenza di creare una filiera completa, dal bosco alla vendita dell’energia termica, ed oggi seguiamo direttamente, infatti, tutto il ciclo. Si va dall’esbosco alla lavorazione dei tronchi, da sega e da imballo; dall’utilizzo dei rifili e degli scarti alla realizzazione degli impianti e della caldaie a pellet o a cippato; dalla fornitura del cippato alla manutenzione degli impianti stessi, che curiamo attraverso un’altra nostra società, la Valbelluna energia, in cui lavorano quattro idraulici ed un termotecnico. In Ecodolomiti abbiamo invece sette addetti, con una nostra squadra boschiva; poi ci avvaliamo di collaborazioni esterne».

Cosa è cambiato con la tempesta Vaia?

«È stato un disastro che ha lasciato sul campo una strage di alberi, come tutti sanno, ma anche tanta incertezza per il futuro. Il prezzo del cippato è crollato, così come quello dei tronchi. Sì, sono arrivati a comprare anche i cinesi, e per me sono stati i benvenuti, ma si sapeva che non poteva durare. Anche perché chi viene da fuori non ha la nostra stessa cultura del bosco, tant’è che noi siamo chiamati spesso a ripulire il sottobosco dopo che altri hanno portato via i tronchi schiantati».

Chi sono i vostri clienti?

«Facciamo impianti per enti pubblici, per aziende ed anche per i privati; e garantiamo la manutenzione sicura per il cliente. Per fare qualche esempio, abbiamo fatto e gestiamo l’impianto di riscaldamento della sede di Cencenighe di Luxottica, scaldata unicamente a biomassa. Poi abbiamo nostri impianti nei comuni di Rocca Pietore, Tambre, Alleghe, nella sede della Provincia di Treviso, in un polo scolastico a Pordenone. Va considerato che dove ci sono impianti a gasolio il passaggio al riscaldamento a biomasse è particolarmente conveniente».

Ed anche ecologico?

«Certamente: oggi ci sono camini, ad esempio, con filtri che garantiscono la minima emissione di polveri. Come l’elettrofiltro che è stato installato nella caldaia a cippato che, a Seren del Grappa, serve scuole, casa di soggiorno e municipio». —

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