«Dopo le minacce ho pensato di non ricandidarmi»

Cortina. Molti messaggi di solidarietà al sindaco uscente dopo la rivelazione della lettera con le foto di proiettili

CORTINA. Molti messaggi di solidarietà sono arrivati ieri al sindaco Andrea Franceschi. La notizia che il primo cittadino uscente ha ricevuto minacce di morte, tramite una lettera anonima corredata di fotografie di alcuni proiettili di pistola, ha fatto il giro della conca. L’episodio era stato raccontato dallo stesso Franceschi mercoledì sera durante l'incontro al cinema Eden nel quale aveva presentato la squadra di “Progetto per Cortina” e il suo programma.

«Da fuori sembra tutto molto semplice», spiega Franceschi, «ma alle volte fare il sindaco, come nel mio caso, è significato anche dover affrontare questi episodi. Momenti spiacevoli che ti fanno riflettere, pensare, e anche temere. Non è nel mio stile fare denunce, anzi ne ho sempre solo ricevute; ma questa volta mi sono rivolto anche io al Commissariato. Ho voluto rendere noto l'episodio, tra i tanti aneddoti che comunque ho raccontato ai miei concittadini, anche per far capire il motivo per il quale non avevo detto mesi fa che mi sarei ricandidato. Queste minacce mi hanno fatto riflettere a lungo. Ho pensato alla mia famiglia in primis e poi a me stesso. Ho trovato la forza di ripropormi ai miei cittadini grazie al loro appoggio, alla vicinanza della mia famiglia, alla mia squadra che mi supporta da sempre e all'amore che provo per il mio paese; e oggi, vedendo i numerosi messaggi di solidarietà, ho avuto la conferma di aver fatto bene».

La lettera di minacce è pervenuta al sindaco in forma anonima, con una foto di proiettili di pistola, fatta in casa, «dall'arsenale personale di chi l'ha scattata», come ha raccontato Franceschi. Il contenuto delle minacce il sindaco non lo ha reso noto, e non lo farà.

«Sono brutti episodi», conclude, «meglio pensare ad andare avanti, a lavorare, a programmare un futuro ancora migliore per Cortina».

Durante la serata Franceschi non ha reso noto solo l'episodio choc delle minacce, ma ha anche divertito la platea raccontando di alcune richieste ricevute dal Pdl.

«Il Pdl cinque anni fa era nostro concorrente e lo è anche oggi», ha detto, «ironia della sorte nel 2008 i vertici del partito mi chiesero di candidarmi per un posto a Roma e, dopo alcuni mesi, mi chiesero di candidarmi per il coordinamento provinciale del partito. Oggi il coordinatore provinciale del Pdl, Stefano Ghezze, è il nostro competitor. Io non ho accettato nessuno dei due inviti. E oggi sono ancora più convinto di aver fatto la scelta giusta».

Alessandra Segafreddo

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