Don Soppelsa rassicura dalla Thailandia in fiamme

VALLADA. Don Bruno Soppelsa sta bene. Lo ha comunicato lui stesso ieri mattina con un sms inviato al vescovo monsignor Giuseppe Andrich che domenica sera aveva tentato di raggiungerlo dopo aver appreso le notizie provenienti dalla Thailandia.
Le strade di Bangkok, la capitale dello Stato asiatico, sono infatti diventate teatro di violenti scontri tra oppositori e sostenitori del primo ministro Yingluck Shinawatra. Lo scopo della protesta, iniziata ormai un mese fa, è quello di “estirpare il regime Thaksin”, in riferimento all'ex premier ora in auto-esilio e fratello dell'attuale primo ministro.
La sommossa, che ha visto assaltati gli uffici governativi e occupata la sede di una tv pubblica, ha già portato ad almeno cinque morti e cinquanta feriti. Tali proteste sembrano però riguardare solo la capitale e non il nord del paese, la zona dove opera don Bruno Soppelsa, missionario diocesano originario di Vallada, che ieri mattina ha mandato un sms al vescovo Andrich. «Non si preoccupi», questo il testo del messaggio, «se ci fosse qualche problema, glielo farò sapere direttamente».
Contatti successivi hanno confermato che don Bruno e i missionari veneti nella diocesi di Chang- Mai stanno bene e sono in una situazione sociale tranquilla. Giovedì dovrebbero ricevere le visite di alcuni paesani di Vallada Agordina, il cui viaggio non è stato fino a questo momento cancellato.
Secondo il Centro missionario di Belluno-Feltre, che tiene vive le relazioni con tutti i missionari originari dal territorio diocesano e che coordina e promuove le iniziative in loro favore, i disordini sono confinati nella capitale e fino a questo momento non stanno deflagrando nel resto del paese, tanto più in una zona lontana dalle grandi città. Chiang Mai, dove ha sede la missione promossa dalle diocesi del Triveneto, ha meno di duecentomila abitanti ed è a nord, in quella sezione della Thailandia che si incunea tra il Myanmar e il Laos.
«Conosco la zona», dice don Luigi Canal, responsabile del Centro missionario, «e sono sicuro che loro non hanno neanche sentito l'eco delle proteste della capitale che si trova a circa 1000 chilometri di distanza. Anche quando, alcuni anni fa, ci furono le proteste delle camicie arancioni, questa zona, in mezzo alle montagne, non venne minimamente toccata. D'altronde questi movimenti si svolgono dove c'è maggiore coscienza sociale e politica. Per questo sono convinto che non c'è motivo di preoccuparsi. Al contempo ci auguriamo che la Thailandia ritrovi l'armonia nella giustizia e della pace».
Prima di andare in Thailandia, don Bruno era stato per parecchi anni a Sakassou, in Costa d'Avorio assieme a don Augusto Antoniol, altro missionario bellunese legato all'Agordino (oggi in Niger).
Gianni Santomaso
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